I Castelli di Grosio

Come alcuni di voi sanno, fin da piccola trascorro parte delle mie vacanze (estive e invernali) in Valtellina: ci veniva mio nonno con la famiglia e mio papà ha da sempre portato qui anche noi. Adoro queste montagne e questi prati che conservano migliaia di ricordi, e mi piace l’idea di condividere con voi questi luoghi speciali e magari, farvi innamorare di questa valle.

Dopo avervi parlato di Bormio e delle sue chiese (cliccate QUI per leggere l’articolo), del Forte di Oga (ve ne ho parlato QUI) e della Fonte Pliniana (QUI trovate l’articolo), oggi è il turno dei Castelli di Grosio. Qui ci sono stata più di 15 anni fa e da allora ho sempre ricordato con piacere quel pomeriggio “culturale” senza però tornarci a visitarlo nuovamente.

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Vista la scarsità di neve, il pomeriggio del 29 dicembre insieme ai miei genitori siamo andati a Grosio per far vedere anche a loro questa antica testimonianza storica (mi credete se vi dico che dopo decenni passati qui, non ci erano mai stati?!). I castelli, che si vedono già dalla statale che collega Sondrio a Bormio, fanno parte del Parco delle Incisioni di Grosio che si trova sulla sommità della collina che domina la Rupe Magna.

Parcheggiate la macchina a fianco alla centrale elettrica (già, purtroppo rovina moltissimo il paesaggio) e seguite per una decina di minuti il sentiero in pietra che vi porterà verso i castelli. Sulla destra incontrerete il Centro di Documentazione all’interno del quale oltre alle info sui castelli potrete trovare anche informazioni sulle incisioni rupestri rinvenute sull’immensa roccia nera che si staglia nel centro della collina. Per vedere le incisioni ricordatevi che in inverno sono aperti solamente nel weekend, sono solo i castelli che sono sempre aperti al pubblico.

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Il primo castello che si incontra è il Castello Nuovo: la costruzione fu concepita per rispondere a esigenze strategiche con la sua doppia cinta muraria e il poderoso donjon, ovvero una torre interna fortificata da cui difendere il castello. Eccezion fatta per l’incursione dell’esercito visconteo guidato da Giovanni Cane che ha annesso Bormio a Milano nel 1376, il castello non ha subito attacchi fino al 1526 quando il Gioverno grigionese delle Tré Leghe (signore della Valtellina) ne ha ordinato lo smantellamento insieme a quello di tutte le altre fortificazioni della Valle. Il Castello Nuovo venne però riutilizzato tra il 1620 e il 1639 durante la Guerra di Valtellina. Oggi è poco più di un rudere ma uno dei meglio conservati della provincia di Sondrio.

All’inizio degli Anni Novanta sono stati realizzati degli scavi archeologici che hanno rivelato la presenza di un insediamento umano risalente all’Età del Bronzo e del Ferro (1000 a.C. circa).

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A pochi metri di distanza, ecco il Castello di San Faustino (o Castello Vecchio) la cui costruzione risale al X-XI secolo e il cui nome è una dedica al martire romano (Faustino appunto). Accanto sorge anche la cappella castellana di San Giovila. I resti visibili permettono il riconoscimento del perimetro del castello come il campani letto romanico restaurato a fine Ottocento e attiguo alla piccola cappella che conserva due sepolcri medievali incassati nella roccia. L’importanza di questo castello traspare negli scritti del vescovo comasco Ardizzone, in particolare nel trattato di pace siglato nel 1150 con i vassalli Artuico ed Eganone (signori di Matsch in Val Venostra) che ambivano a estendere il loro controllo su tutta l’Alta Valtellina. Il vescovo Arizzone si riserva il controllo diretto del castello dal quale dipendevano i due agglomerati di Grosio e Grosotto. Ristabiliti i ruoli di sudditanza, ai signore di Matsch, che in Valtellina assunsero il cognome de Venosta venne nuovamente affidata la custodia del castello. Dai documenti risulta che il castello è stato abitato fino agli ultimi decenni del XVI secolo.

Anche nel paese più piccolo del nostro Bel Paese si nasconde un pezzo della nostra storia, come in Valtellina dove dopo anni scopro sempre qualcosa di nuovo e interessante. I castelli medievali, le testimonianze della prima e della seconda guerra mondiale, antiche chiese e leggende: la Valtellina non finirà mai di stupirmi e vi invito tutti a visitarla almeno una volta nella vita. Prossimamente tornerò nel weekend per rivedere a distanza di anni anche le incisioni rupestri.

ALESSANDRA

ORARIO
I castelli sono sempre aperti

INGRESSO AI CASTELLI GRATUITO

SITO UFFICIALE

COME RAGGIUNGERLI:

11 risposte a "I Castelli di Grosio"

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  1. Che bel posto Alessandra. E’ proprio una caratteristica di Noi blogger appassionate andare a scovare queste piccole chicche e, siamo oneste, non lo facciamo solo per soddisfare la nostra sete culturale ma lo si fa anche per poter parlare ai nostri follower di qualcosa che ci rende speciali ai loro occhi. Un caro abbraccio Bea

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