Sull’onda del post di mercoledì scorso sul Vittoriano e l’Altare della Patria, nell’articolo di oggi parlerò del Sacrario di Redipuglia, che ho avuto modo di vistare due volte, la prima in gita al liceo e la seconda di ritorno da un viaggio in Croazia.
Il Sacrario vero e proprio è al centro di un parco di oltre 100 ettari dedicato ai soldati che hanno combattuto la Prima Guerra Mondiale ed è tornato “alla ribalta della cronaca” proprio oggi a causa di un rapper che ha avuto l’idea infelice di girare parte del suo video mentre ballava sul monumento (non commentiamo oltre).
Situato a Fogliano Redipuglia, in provincia di Gorizia, presso il sacrario si tiene ogni 4 novembre un solenne cerimonia (contemporaneamente a quella del Vittoriano presenziata dal Presidente della Repubblica) alla presenza della seconda carica dello Stato, ovvero il Presidente del Senato.
Il sacrario è stato progettato negli anni ’30 del secolo scorso dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni. Grazie all’impiego di un’incredibile quantità di uomini, la sua costruzione ha richiesto solo tre anni di lavoro, e il monumento è stato inaugurato nel settembre 1938 al cospetto di Benito Mussolini e di oltre 50000 soldati veterani della Prima Guerra Mondiale.
Il sacrario si trova alla base del monte Sei Busi, che venne lungamente conteso nella guerra contro l’Austria-Ungheria durante le battaglie dell’Isonzo.
L’imponente scalinata che costituisce l’elemento principale del monumento è composta da 22 gradoni che ospitano le spoglie di 40000 soldati noti, disposte in ordine alfabetico (l’ultimo gradone non corrisponde a nessuna lettera); i loro nomi sono incisi su delle lastre di bronzo.
Ogni gradone è sormontato da un’architrave che ripete sempre la stessa parola: presente.
Alla base della scalinata si trova la tomba di Emanuele Filiberto, Duca d’Aosta della casa Savoia, il quale alla testa della terza armata del Regio Esercito riportò un’incredibile serie di vittorie che gli valse il nome di Duca Invitto.
In cima alla scalinata, l’ultimo gradone ospita due grandi tombe comuni ai lati di una cappella votiva: al loro interno si trovano i resti di circa 60000 soldati i cui nomi non sono noti.
Nel complesso, all’interno del sacrario riposano quindi le salme di circa 100000 soldati italiani, in rappresentanza dei quasi 700000 militari deceduti durante il conflitto. Nel sacrario sono conservate le spoglie di una sola donna, un’infermiera della Croce Rossa, che si trovano nella prima fila.
L’accesso al sacrario è delimitato da una spessa catena d’ancora appartenente alla torpediniera della Regia Marina Grado. Ai lati dell’ingresso sono situate due iscrizioni incise nel marmo, come si può vedere nelle foto.
La strada che conduce dall’ingresso alla scalinata, la via Eroica, è delimitata da 38 lastre di bronzo (19 per lato) che riportano i nomi di dei luoghi che hanno visto le battaglie più difficili e sanguinose del conflitto.
Come scritto in precedenza, il parco è molto vasto e naturalmente oltre al Sacrario sono presenti diversi altri monumenti e opere dedicate alla Prima Guerra Mondiale. Tra questi, due sale in cima alla gradinata che conservano alcuni oggetti appartenenti ai soldati, oltre a diverse cappelle, cannoni e statue.
Il più interessante è forse la trincea blindata che si trova alla base del monumento principale, costruita e presidiata nel 1915, e completamente visitabile.
Il Sacrario di Redipuglia è un luogo che colpisce, per la terribile storia che racconta e la testimonianza dei sacrifici che hanno compiuto i soldati che hanno combattuto nella Grande Guerra. Si tratta di un monumento imponente, a suo modo affascinante e che personalmente mi ha messo molta soggezione (nonostante il bisogno urgente di qualche lavoro di manutenzione).
Se mai doveste capitare nei paraggi vi consiglio di fermarvi e dedicare un paio d’ore a questo luogo, capace di catapultarvi indietro di 100 anni nella storia.
Roberto
ci faremo un giretto ??
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erano due punti esclamativi !!!!
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Ti avrei comunque risposto che avresti dovuto inserirlo nella lista dei luoghi da visitare 🙂
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Mi ha fatto molto piacere leggere il tuo post sul Sacrario di Redipuglia. Lo visiterò accuratamente in questi giorni e userò certamente le informazioni che presenti in modo ordinato e sintetico… molte grazie!
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Ciao Davide, ma grazie! Sono contenta che l’articolo possa esserti utile 🙂 buona visita!
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Se non erro in occasione del centenario della Grande Guerra, Redipuglia è stato o è oggetto di restauri e manuntezione
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È stato fatto un bando ma, dalle ultime notizie, i lavori non sono ancora terminati a causa dei soliti intoppi burocratici…io l’ho visitato qualche anno fa, quindi non erano ancora stati avviati i restauri.
Speriamo che finiscano di sistemarlo presto 🙂
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Un po’ inquietante…si vede subito lo stampo fascista!
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Le architetture degli Anni Trenta hanno uno stile inconfondibile caratterizzato soprattutto dall’imponenza. Nonostante sia un periodo buio della storia del nostro Paese ha comunque una rilevanza artistica e architettonica non indifferente…pensa che una delle architetture che preferisco (il Museo del Novecento a Milano) è proprio di quegli anni!
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Sono d’accordo sulla bellezza dell’architettura di regime, alla fine anche l’essere inquietante fa parte del suo fascino! 🙂
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Follie a parte di un mondo ormai in frantumi e privo di rispetto per la memoria storica (di cui hai ragione è meglio non fare alcun commento); è inquietante leggere i numeri di questi uomini sepolti e omaggiati al Sacrario. Occorerebbe ridare forza alla Storia nelle scuole e sui media e sui social (proprio come in questo caso) per far comprendere il valore vero delle cose e non porre mai l’oblio su pagine importanti e tragiche che ci hanno permesso oggi (cretini a parte) di essere quello che siamo!
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Non posso che concordare con te.
Ogni volta che visito un monumento storico, soprattutto di quel periodo (così vicino a noi), mi si attorcigliano letteralmente lo stomaco: centinaia di migliaia di giovani che hanno perso la vita per dare un futuro non solo alle loro famiglie a casa ma anche ai noi e alle generazioni future.
È sempre difficile parlare di guerra e purtroppo, come dici tu, stiamo correndo il rischio di dimenticare e di conseguenza ripetere sempre gli stessi orribili errori.
Grazie davvero per la tua riflessione!
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Un luogo sacro , in cui passeggiare , riflettere , meditare , imparare. Quando lo vedi ti colpisce.
Andrebbe rispettato, così come la memoria di tutti quelli che vi riposano.
Vergognoso ed inaccettabile ciò che ha fatto quel tizio per far parlare di sè, proprio in un posto come quello, in cui la sensibilità personale dovrebbe impedire anche solo di pensarle certe cose…
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Che dire se non “sono d’accordo”?
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