Di artiste donne se ne sente parlare pochissimo nei libri di storia dell’arte, eppure sono molto le figure femminili che hanno lasciato la loro impronta. L’autrice Elisabetta Rasy, nel suo libro Le Disobbedienti. Storie di sei donne che hanno cambiate l’arte, edito da Mondadori, parla proprio di sei artiste raccontandone la loro vita e analizzando alcune delle loro opere.

Ad ogni donna è abbinata una parola, che ben caratterizza il loro percorso artistico e di vita.
Artemisia Gentileschi è CORAGGIO.

Il coraggio di denunciare la violenza sessuale in piano Rinascimento e affrontare il processo, il coraggio di essere indipendente, il coraggio di ritrarre figure femminili potenti e senza paura, il coraggio di essere un’artista. QUI trovate il link alla recensione del libro “La Passione di Artemisia”.
Elisabeth Vigée Le Brun è TENACIA.

La tenacia che l’ha portata fino alla corte di Maria Antonietta, la tenacia di continuare a dipingere lontana dal suo Paese natale a seguito della rivoluzione, la tenacia di trovare i mezzi e intessere relazioni per vivere di arte e sfamare i suoi cari.
Berthe Morisot è IRREQUIETEZZA.
L’irrequietezza del suo amore per la nuova arte, quella degli Impressionati, l’irrequietezza data dai doveri di una donna del suo tempo a cui non vuole sottostare, l’irrequietezza per il suo rapporto con l’artista Manet. QUI il link alla recensione del libro “Le impressioni di Berthe”
Suzanne Valadon è RIBELLIONE.

La ribellione al suo ruolo di modella e amante di celibri artisti per diventare pittrice, la ribellione a chi voleva imbrigliarla nelle consuetudini del tempo, la ribellione nel crescere un figlio inatteso che diventerà più celebre di lei (Maurice Utrillo), la ribellione di dipingere nudi femminili reali, senza alcun abbellimento.
Charlotte Salomon è RESISTENZA.

La resistenza al suicidio della madre, la resistenza all’avvento del nazismo, la resistenza alla lontananza dalla sua famiglia, la resistenza alla morte (a soli 26 anni) in un campo di concentramento attraverso l’eredità della sua arte, la resistenza anche della sua famiglia e di Otto Frank grazie ai quali venne pubblicata la sua opera Vita? O teatro?
Frida Kahlo è PASSIONE.

La passione per la vita che l’ha salvata dopo l’incidente, la passione per Diego e per l’amore in generale, la passione per il suo Paese ma anche la passione intesa come un percorso irto di difficoltà tra dolori fisici, aborti, tradimenti. QUI il link alla recensione del libro “Frida. Una biografia di Frida Kahlo”, QUI invece quella al libro “Viva la Vida”.
Grazie. Diamo voce e luce alle tante donne che hanno inciso nel’arte, nella scienza, nella cultura, e che sono facilmente relegate nell’ombra
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Assolutamente! Anzi, se conosci altri libri, artiste o mostre…scrivimi 🙂
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Ci sono iniziative, e lo farò volentieri. Personalmente sono attiva in Toponomastica femminile, un’associazione che si preoccupa di portare un equilibrio tra uomini e donne nelle intitolazioni delle strade. Considera che mediamente, e non solo in Italia, solo il 5% delle strade è intitolato a donne, incluse le Madonne (che in sostanza è una donna sola) e le sante (tra cui alcune di cui nonè certa l’esistenza). C’è il sito se vuoi dare un’occhiata, senza impegno
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Molto interessante!!! Sicuramente darò un’occhiata e approfondirò la tematica…grazie mille 🙂
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Tutto fa per lavorare al femminile
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