Peggy Guggenheim è una delle più grandi collezioniste d’arte del secolo scorso e, se non la conoscete, dovete assolutamente leggere la sua autobiografia (ve ne avevo parlato QUI) e visitare la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. Già solo l’edificio in cui è ospitata (Palazzo Venier dei Leoni, affacciato sul Canal Grande) merita una visita ma, una volta entrati, non potrete fare a meno di ritrovarvi a bocca aperta di fronte alle splendide opere d’arte qui esposte.

In attesa di poter visitare dal vivo uno dei più importanti musei di arte moderna e contemporanea del nostro Paese, è possibile conoscerlo meglio attraverso i social. Come? Ce lo racconta Maria Rita Cerilli, Ufficio Stampa e Social Media Manager del museo.

QUALI SONO LE INIZIATIVE INTRAPRESE IN QUESTO PERIODO DI CHIUSURA FORZATA?
Abbiamo lanciato il progetto “La Collezione Peggy Guggenheim a casa tua”: con una serie di e-news settimanali e un palinsesto social attivo 7 giorni su 7 su Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn, arriviamo nelle case di chi ci segue, raccontando sempre storie nuove sul museo, le mostre, la collezione, la vita di Peggy Guggenheim, e così portiamo avanti quella che da sempre è la mission della Collezione, ovvero educare e divulgare i propri contenuti e la propria storia ad un pubblico quanto più ampio ed eterogeneo, che ama l’arte e che in questo momento non può visitare il museo. La programmazione prevede contenuti che spaziano da brevi Art Talk, presentazioni virtuali dedicate ai capolavori della Collezione, a tutorial che portano i Kids Day nelle case, ogni domenica alle 15, stesso giorno e stessa ora in cui i workshop per bambini venivano normalmente svolti in museo, da podcast sulla vita di Peggy Guggenheim sull’account SoundCloud del museo, ad Art Quiz per tenere allenata la mente e la propria conoscenza della storia dell’arte.

COME HA RISPOSTO IL PUBBLICO?
La risposta è decisamente positiva. La programmazione ci conferma che i contenuti video creano maggiore engagement, reazioni e commenti. In questi 40 giorni (dal 9 marzo al 16 aprile, ndr), ovvero da quando il museo ha chiuso al pubblico, e la comunicazione social si è inevitabilmente intensificata, il pubblico complessivo sulle 4 piattaforme è cresciuto di 15.000 followers, pari al 3,2%, da inizi marzo, quando mensilmente la crescita media si attesta sull’1%.
QUALI CANALI STATE UTILIZZANDO E DOVE STATE RICEVENDO MAGGIORE RISCONTRO?
I canali, oltre al sito, interamente ripensato nella grafica e nei contenuti, prima “porta d’accesso” al museo e alle sue innumerevoli iniziative e attività, sono Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e YouTube. Senz’altro la maggiore partecipazione la riscontriamo su Instagram, che ad oggi conta oltre 295.000 followers, con un aumento di oltre 10.000 followers dalla data della chiusura del museo, il 9 marzo, pari a un incremento del 4% in 30 giorni. Tra i contenuti più amati ci sono senz’altro gli Art Talk: pillole video dal taglio originale e insolito che approfondiscono un’opera in collezione e il suo autore, registrate da casa dagli stagisti che collaborano con il museo. I video hanno registrato fin’ora una media di 20.000 visualizzazioni ciascuno e una copertura media pari a 45.125 utenti unici.

ANCHE PRIMA DELLA CHIUSURA FORZATA, FACEVATE ATTIVITA’ DIGITAL?
Le piattaforme social del museo sono nate nel 2009, con Facebook, a cui si sono aggiunti Instagram e Twitter nel 2012, e infine LinkedIn, recentemente nato, e che ha chiaramente un pubblico più targettizzato, e più “business oriented”. Fin dall’inizio abbiamo creduto nei canali social come potente mezzo di comunicazione: sono dinamici, immediati, permettono uno scambio con il proprio pubblico e permettono di arrivare a un bacino di utenti vasto ed eterogeneo, molto più che attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione. E le informazioni condivise sono a loro volta condivisibili dal proprio audience. Fin dall’inizio le piattaforme social sono state per noi luoghi virtuali in cui creare una relazione con il nostro pubblico, comunicare il museo, la sua storia e naturalmente le sue innumerevoli attività, poiché i nostri followers sono anche i nostri potenziali visitatori. Negli anni abbiamo organizzato anche contest fotografici ed eventi, come gli Instameet, a museo chiuso. Nel corso del tempo Facebook è chiaramente cresciuto per primo, per poi subire un arresto intorno alla fine del 2017, inizi 2018, in concomitanza con lo scandalo Cambridge Analytica e il cambio di algoritmo da parte del social. Abbiamo assistito al contempo a una crescita esponenziale di Instagram, che ad oggi registra il più alto numero di followers.

PREVEDETE DI CONTINUARE LA COMUNICAZIONE SOCIAL, UNA VOLTA CHE POTRANNO RIAPRIRE I MUSEI?
Certamente. Ad oggi purtroppo è ancora tutto poco certo, ma stiamo già pensando e immaginando, rispetto ai futuri scenari, come organizzare al meglio la comunicazione social, tenendo sempre ben a mente la missione educativa della Collezione.
E INFINE, UNA CURIOSITA’: AVETE MAI SENTITO PARLARE DEGLI ART BLOGGER? COSA PENSATE DI QUESTA FIGURA?
Sì, li conosciamo, e alcuni di loro, che lavorano bene, sono preparati e competenti, per noi hanno una valenza pari a quella dei giornalisti professionisti.
Ci sono passata di fronte quando ero a Venezia ma non sono entrata, è bello che moltissimi musei si siano organizzati con tour virtuali ed altro per “rimanere aperti”. L’arte è un grande tassello della vita di molti e ci manca ❤️
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Un post ben scritto e davvero molto interessante
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Quando l’argomento è stimolante e attuale, e l’interlocutore disponibile e con una bella storia da raccontare…diventa un vero piacere scrivere gli articoli 🙂
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