13 musei italiani dedicati alla moda

Di cosa potevamo parlare oggi, in piena Fashion Week, se non di moda? Ho ripreso quindi un articolo che avevo scritto nel 2016 e preparato per voi una lista di 13 musei italiani di moda alcuni molto famosi, altri un po’ meno ma non per questo meno interessanti. Da quelli dedicati ai tessuti a quelli che ripercorrono la storia della moda, da quelli con focus su singoli accessori a quelli gestiti dai brand italiani più famosi. E voi, avete mai visitato un museo di questo tipo?

Armani Silos – Milano

600 abiti e 200 accessori raccontano 40 anni di storia firmate Armani. La visita è davvero magico e sfido chiunque a non restarne ammaliato. L’ho visitato la prima volta 5 anni fa (QUI trovate il mio racconto) ma tornerò presto per vedere la mostra dedicata a Peter Lindbergh, che inaugurerà il 22 febbraio 2020.

Palazzo Morando – Milano

Nel cuore del Quadrilatero della Moda, all’interno di uno splendido palazzo settecentesco, dal 2010 è possibile vedere il patrimonio storico tessile delle Raccolte d’Arti Applicate. Inoltre, è possibile visionare anche le collezioni di abiti, accessori e uniformi che erano conservati nei depositi del Castello Sforzesco. Lo spazio ospita spesso mostre: fino al 29 marzo 2020 è allestita la mostra “Stile Milano. Storie di eleganza”.

Museo della Calzatura – Vigevano (PV)

Come vi raccontavo in un articolo del 2016 (che trovate QUI), la zona del pavese è famosa per i numerosi calzaturifici; non deve stupire quindi che proprio qui si trova un museo dedicato alle calzature e alla loro evoluzione storica. Dalla pianella quattrocentesca appartenuta alla moglie di Ludovico il moro alle calzature tipiche di popolazioni lontane da noi, fino a quelle nate con il solo scopo di provocare.

Museo del Tessuto – Prato

Fin dal Medioevo e con oltre 7000 aziende attive, il distretto di Prato è un’area strategica per la produzione di tessuti. Il Museo del Tessuto di Prato, nato nel 1975, presenta centinaia di antichi frammenti tessili, campionari contemporanei, abiti, accessori, macchinari e circa 1700 figurin provenienti da riviste italiane e francesi del XIX secolo.

Museo Salvatore Ferragamo – Firenze

Museo aziendale dedicato alla storia del brand Ferragamo, del suo fondatore e delle sue magnifiche creazioni. La collezione di scarpe è straordinaria: da quelle più estrose realizzate in collaborazione con il pittore futurista Lucio Venna a quelle realizzate con materiali originali come la celebre zeppa di sughero. Ampio spazio è dedicato alle scarpe create (e indossate) dalle star.

Museo Boncompagni Ludovisi – Roma

Parte del Polo museale lazionale, il Museo Boncompagni Ludovisi è dedicato alle arti decorative, al costume e alla moda italiana, tra cui abiti molto eleganti dell’alta moda italiana dal II dopo guerra agli anni Novanta. Tra le firme di rilievo ci sono Gattinoni, Valentino, Capucci, Riva, Balestra e Schon.

Museo del tessuto Fondazione Antonio Ratti – Como

Antonio Ratti, imprenditore nel settore tessile, nel 1998 decise di aprire al pubblico un luogo dove mettere in mostra la sua collezione di tessuti antichi con l’obiettivo di ispirare le future generazioni. Sono oltre 3.000 i reperti qui esposti a cui si affiancano circa 2.500 libri-campionario che illustrano la storia del tessuro dal III al XX secolo.

Museo del Bijou – Casalmaggiore (CR)

Un piccolo museo dedicato al patrimonio storico-industriale, dove sono conservati oggetti di ornamento e accessori prodotti nelle fabbriche della zona. La colleziona include tradizionali oggetti di bigiotteria ma anche portacipria, portarossetto, portasigarete, medagli devozionali etc. Si tratta di “reperti” provenienti da un’azienda locale che ha chiuso l’attività negli Anni Settanta e solo grazie all’istituzione del museo (e all’iniziativa dell’Ass. Amici del Bijou di Casalmaggiore) il patrimonio non è andato perduto.

Fondazione Cerratelli – Pontadera (PI)

Nella piccola cittadina toscana sono conservati circa 30.000 costumi, creati dalla sartoria Cerratelli che per anni ha lavorato alla produzione di abisit e costumi per le arti performative. Basta leggere i nomi dei committenti di Cerratelli per rivivere la storia del teatro e del cinema italiano: Strehler, De Filippo, Visconti e Zeffirelli.

Museo dell’ottica – Agordo (BL)

Luxottica, leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di montature per gli occhiali, ha inaugurato uno dei musei più completi in ambito di oggetti antichi che fanno riferimento a ottiche e occhiali. Oltre 1.200 pezzi tra occhiali (circa 700 – dal 1500 ai nostri giorni), cannocchiali (tra cui uno appartenuto alla corte di Luigi XIV), microscopi e strumenti ottici oltre a materiale iconografico di ogni tipo.

Museo della Moda e del Costume – Firenze

Fondato nel 1983, il Museo della Moda e del Costume di Firenze (che ho visitato nel 2018) è il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda e al suo ruolo sociale. La sua collezione copre quattro secoli di moda (dal XVIII al XXI secolo) e, degni di nota, sono gli abiti funebri cinquecenteschi di Cosimo I de’ Medici, Eleonora di Toledo e del figlio don Garzia. Fino al 19 aprile 2020 sarà allestita la mostra “Ai piedi degli dei. L’arte della calzatura tra antica Roma, cinema colossal e moda contemporanea”.

Museo Moda e Costume – Mazzano (BS)

La poetessa Franca Meo, nel corso dei suoi viaggi, ha raccolto oltre 5.000 oggetti che sono esposti oggi in Villa Mazzucchelli. Abiti, accessori, fazzoletti, ombrellini, guanti e così via a cui si aggiungono foto storiche, stampe e cartoline, come testimonianza dell’evoluzione del gusto nell’età moderna. Continua ancora oggi la ricerca di capi che rappresentino al meglio la storia della moda italiana, da Capucci a Fendi, da Valentino alle Sorelle Fontana, da Versace a Roberta di Camerino.

Museo dell’arte del cappello – Ghiffa (VB)

Questo originale museo ha l’obiettivo di raccontare la storia del famoso Cappellificio Panizza, nato a fine Ottocento. Tra macchinati e archivi fotografici, video rari, collezioni e stampe, il pubblico viene invitato a scoprire come sono nati alcuni dei cappelli che hanno fatto la storia. Nel 2007 inoltre, è stata aggiunta una sezione dedicata ai cappelli etnici (donati da Vittorio Fesce).

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