Un sabato mattina al MAC di Lissone

Dopo aver ribloggato l’articolo del blogger Luca Rota, ci siamo rese conto che era tantissimo tempo che non andavamo al MAC di Lissone per vedere le loro mostre. E così, sabato mattina ci siamo ritrovate di fronte al’ingresso, armate di macchina fotografica e tanta curiosità.

La mostra “principale” è quella al secondo piano, dedicata al fotografo italiano Michele Zaza; al primo piano c’è un ritorno agli anni Sessanta/Settanta con i cerchi di Claudio Nangeroni; mentre al piano terra si resta colpiti dalle pagine del libro d’artista di Laura Santamaria e dalle opere dei vincitori del Premio Lissone 2014.

Appena entrati, sulla sinistra, e nelle vetrinette di fronte, la vostra attenzione sarà sicuramente richiamata dalla luce emanata dalle opere della monzese Laura Santamaria, “riprodotte” nel suo primo libro d’artista: “Quello che più considero prezioso: il riflesso che la materia ha del cosmo in se stessa. Così guardo questo suolo e vedo lo spazio.

Per quanto riguarda le opere fuori cornice del Premio Lissone 2014, ci sono piaciute molto quelle di:

Agostino Bergamaschi con “Un gesto ordinario“: qui un fascio di luce prende forma nello spazio, trasformandosi in materia al tempo stesso leggera e visibile, ma anche pesante e percepibile.

MAC Lissone_www.culturefor.com

Stefano Cumia con “LAMPS #2“: protagonista è il telaio ribaltato che viene messo in mostra, diventando elemento portante riproposto con minime variazioni, come quella della gamma cromatica che è limitata ai tre colori primari.

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Calori & Maillard con “Study on painting n9“: hanno presentato una chaise longue al Premio Lissone, ma qui è in mostra una variante dello stesso ciclo realizzata sfruttando telai da pittura e tela dipinta con un motivo che sembra ripetersi all’infinito.

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Come anticipato, al primo piano facciamo un tuffo ne passato: Carlo Nangeroni ci porta indietro di cinquant’anni sia con le forme che con i colori dei suoi quadri.

Parto sempre dal cerchio, e dagli avvenimenti che si producono al suo interno, per poi assumerlo come elemento cellulare, in moltiplicazione, sempre con eventi plastici.“.

I suoi cerchi sono come delle cellule, al cui interno è racchiuso il DNA della pittura. I suoi cerchi sono diventati l’elemento fondante del suo personale sistema di riferimento nel quale ha poi inserito i colori, una fredda gamma cromatica che prolifera di quadro in quadro.

Al secondo piano, la mostra “Corpo Cosmico” di Michele Zaza, uno dei più acclamati fotografi concettuali italiani. Zaza, attraverso le sue fotografie, ha sempre effettuato una ricerca nel profondo della condizione umana. Il volto quindi è protagonista e viene inteso sia come spazio che come luogo dell’identità.

Le sue foto, dove il colore blu intenso trafigge lo sguardo, sono molto particolari: ogni ciclo affronta un argomentazione doppia come la nascita e la morte, la luce e l’ombra, il finito e l’infinito. Il fotografo pugliese quindi, preferisce essere definito come un “pensatore di immagini”.

La fotografia è il tempo di un momento della nostra esistenza. Il mio lavoro possiede una componente metafisica piuttosto rilevante nel senso che stimola il fruitore a leggere una dimensione psichica dello spazio e della presenza umana. La rappresentazione non è la mimesi del già visto, ma del pensato. La fotografia ha un ruolo strumentale. Essa è un mezzo efficace e fedele per visualizzare le mie domande sull’esistenza umana.

La mostra è accompagnata da un’interessante novità: si chiama ART BUG, una nuova applicazione gratuita per smartphone, Apple e Android.

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Basta scaricarla, attivare il bluetooth del proprio telefono e i beacons (dispositivi wireless disposti lungo il percorso espositivo) si attiveranno interagendo direttamente con l’applicazione. Avrete così sul vostro telefono le schede tecniche delle singole opere, la biografia dell’artista e tante altre informazioni.

Ogni volta il MAC di Lissone sa stupirci: accanto a opere e artisti che non ci convincono, troviamo sempre spunti interessanti da condividere con noi.
Siamo inoltre rimaste piacevolmente colpite dall’iniziativa ART BUG, che si è rivelata molto utile. Unica pecca? La descrizione delle opere d’arte è troppo complicata e filosofica, e scoraggia la maggior parte delle persone dal leggere queste informazioni, a meno che non siano degli addetti ai lavori. Creare un’app intuitiva è già un importante passo per rendere l’arte contemporanea accessibile ad un pubblico sempre più ampio, ma il linguaggio utilizzato è fondamentale e secondo noi dovrebbe essere molto più semplice e lineare.

TUTTE LE MOSTRE SONO APERTE FINO AL 15 FEBBRAIO

ORARIO

Il mercoledì e il venerdì dalle 10.00 alle 13.00
Il giovedì dalle 16.00 alle 23.00
Sabato e festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00

INGRESSO GRATUITO

PER INFO: www.museolissone.it

COME RAGGIUNGERLO:

6 risposte a "Un sabato mattina al MAC di Lissone"

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      1. Probabilmente ci saremo pure incontrati in qualche luogo d’arte intorno a Milano, visto come li frequenti spesso anche io… le prossime volte girerò con un cartello su un bastone, modello “guida turistica gita INPS”, con su scritto “Per caso c’è in giro Culture For?” 😀

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