Una sera all’insegna dell’arte. Così abbiamo passato lo scorso giovedì, quando abbiamo finalmente trovato il tempo di vedere la mostra “Klein Fontana. Milano Parigi 1957 – 1962” al Museo del Novecento.
L’esposizione non si trova solo nella sala al piano terra, dedicato alle mostre temporanee, ma si snoda lungo il percorso di tutto il museo. Una decisione interessante, che permette al novello visitatore di scoprire la collezione permanente del museo ma da anche la possibilità, a chi come noi già le conosce, di riscoprirle.
L’intento della mostra è quello di indagare il percorso parallelo – tra il 1957 e il 1962, tra Milano e Parigi – di Yves Klein (1928-1962) e Lucio Fontana (1899-1968) che sono stati legati, sia da un punto di vista creativo che personale.
Dal punto di vista creativo è sicuramente l’indagine sullo spazio che li unisce: Klein, secondo Fontana, con i suoi monocromi ha intuito lo spazio, gli ha dato una nuova dimensione. Per questo Fontana, buca la tela: per creare una nuova dimensione, la dimensione infinita.
Dal punto di vista personale, invece, i due artisti sono legati fin da quando le opere di Klein, esposte per la prima volta in Italia, non vennero apprezzate da nessuno, eccezion fatta per Dino Buzzati e Lucio Fontana stesso, che acquistò uno dei suoi monocromi e divenne uno dei suoi più importanti collezionisti in Italia. Inoltre, la gallerista di Klein, Iris Clert, ha presentato le Nature di Fontana nella sua galleria parigina, lanciando l’artista italiano sul mercato internazionale.
Ci sono 90 opere esposte, arricchite da una fornita documentazione: la combinazione di questi due elementi ci ha accompagnato alla scoperta dei due artisti di cui, alla fine della visita, ci siamo innamorate. Stupenda la Sala Fontana, dove la Struttura al Neon (facente parte della collezione permanente) dialoga con un’installazione di Klein, caratterizzata dal colore blu che ipnotizza. Il blu può essere uno dei fil rouge: sia il blu usato in alcune opere da Fontana, che il blu protagonista delle opere di Klein, sono stati associati al “Blu Giotto”, alludendo al colore usato dall’artista per dipingere la Cappella degli Scrovegni di Padova.
Entrambi, inoltre, sono affascinati dallo “spazio siderale e del cosmo”: Fontana utilizzando pietre, sabbia, lustrini e Klein con le sue “mappe” in rilievo, ovviamente blu. Le aperture spaziali di Fontana (fisiche e concettuali) trovano corrispondenza nel procedere di Klein dal monocromo al vuoto. Entrambi evocano uno spazio immateriale, cosmico o spirituale, facendo un riferimento storico all’oro della pittura medievale e al blu di Giotto, ma, anche, impiegando direttamente elementi naturali quali la luce, il fuoco e l’aria, oppure ispirandosi alle suggestioni di immagini astronomiche.
Klein ha intuito lo spazio», disse molti anni dopo Fontana, in un’intervista a Carla Lonzi, spiegando così il suo interesse immediato per l’artista francese. «Spazio» è la parola chiave di quello straordinario, libero sodalizio tra i due. «Più in là della prospettiva, la scoperta del cosmo è una dimensione nuova», aveva sempre confidato Fontana a Carla Lonzi. «È l’infinito. Allora buco questa tela che è la base di tutte le arti e ho creato una dimensione infinita».
I tagli, gli squarci e i buchi di Fontana ti spingono ad avvicinarti all’opera, quasi come se volesse vedere cosa si nasconde al di là della fessura…il pigmento blu di Klein ti ipnotizza e, anche dopo aver distolto lo sguardo, il colore sembra seguirti, impresso in maniera indelebile nella tua mente.
E’ una mostra bella e interessante: difficile trovare due aggettivi che più di questi possano spiegare l’esposizione. Un dialogo perfetto nel quale ci siamo trovate immerse per circa un’ora, durante la quale abbiamo apprezzato le opere di entrambi che ci hanno riempito gli occhi e ci hanno fatto pensare in maniera del tutto differente al concetto di “spazio”.
Promossa dal Comune di Milano|Cultura, organizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana di Milano e con gli Archives Yves Klein di Parigi e prodotta dal Museo del Novecento con Electa.
FINO AL 15 MARZO 2015
ORARIO
Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato 9.30 – 22.30
INGRESSO
Biglietto Intero: 10 €, Ridotto 8 €
PER INFORMAZIONI: Sito Ufficiale
COME RAGGIUNGERLA:
Bellissimo museo! Mi è piaciuto molto!
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Ogni volta che andiamo riscontriamo dei miglioramenti: nelle indicazioni per il visitatore ma anche nella gentilezza e disponibilità del personale (sia del front office che del back office).
L’hai già visitato?
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È una mostra che mi sono prefissato di venire a visitare. Credo che l’accostamento dei due talentuosi artisti possa aprire uno spiraglio a tutti su quelli che sono stati gli anni del “rinnovamento” artistico in vista di nuove ricerche ed evoluzioni. Questa vostra carrellata mi conforta ancora di più, anche a rivisitare il Museo che ho trovato molto molto bello.
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Hai ancora tempo per vedere questa mostra che, come avrai potuto notare dalle nostre parole, consigliamo vivamente.
Sono sempre interessanti gli accostamenti di diversi artisti perché si riescono a cogliere tutte le differenze che li caretterizzano ma allo stesso tempo è possibile vedere anche i tratti comuni.
Siamo felici che le nostre foto contribuiscano a solleticare la vostra curiosità.
Buona giornata!
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Stavolta posso dire la mia con cognizione di causa visto che questa mostra ho avuto la fortuna di vederla. Sono assolutamente d’accordo con voi, una mostra interessante e da non perdere! Se poi ci aggiungi la collezione permanente del Museo del 900…
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Ciao Barbara!
Proprio come te siamo rimaste piacevolmente colpite dalla mostra e l’idea dell’interazione con la collezione permanente secondo noi è vincente.
Buona giornata!
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In effetti a me questo ha spiazzato un po’, l’ho trovato un po’ dispersivo. Ma niente da dire comunque 😉
Buona giornata a voi!
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