Un’altra volta il MAC di Lissone presta parte dei suoi spazi (di cui noi siamo innamorate) per la mostra temporanea di tre artisti. Sabato 6 aprile c’è stata, infatti, una tripla inaugurazione e i protagonisti erano:
Simone Pellegrini, Andrea Salvatori e Marco Cingolani.
I primi due per noi erano nomi nuovi, mentre per quanto riguarda Cingolani avevamo già avuto il piacere di incontrarlo durante una lezione universitaria e scoprire, così, le sue opere.
Da dove partire, quindi? Seguiamo gli spazi.
Salendo al primo piano dello spazio espositivo incontriamo Pellegrini e Salvatori. Sono lavori nati separatamente, ma riuniti nella mostra intitolata “Magnitudo” come se, in realtà, fossero legati. Il senso suggerito con questo titolo è che le opere esposte siano le sopravvissute ad un terremoto e che siano lì per lasciarcene una testimonianza.
Pellegrini dipinge:
le sue opere su carta sembrano aver attraversato diversi secoli, mille difficoltà prima di essere qui, davanti ai nostri occhi. La carta ingiallita, i colori nero e rosso ci hanno ricordato le opere di arte antica orientale, dove il tratto fine della china andava a raccontare i segreti del mondo allora conosciuto. E anche qui, in effetti, le figure rappresentate nascondono un significato simbolico, che ci rimanda ad una nascita senza inizio e senza fine.
Salvatori si affianca con le sue sculture:
grosse pietre grigie dall’aspetto pesante ma fragile, nelle quali troviamo incastonate le chincaglierie di ceramica che ogni nonna ha sicuramente esposto su qualche mobile. Alcune spuntano di lato, altre sembrano sorreggere quella pietra pesante che fino a poco tempo prima le nascondeva al mondo. Già, le statuine di ceramica erano nascoste prima e solo ora, scavando (sia letteralmente che nella propria memoria), stanno riemergendo, imponendosi di fronte ai nostri occhi.
Spostiamoci poi al secondo piano, dedicato a Cingolani. Le opere esposte risalgono al 1991, anno della sua maturità artistica, e al 2011, anno del bilancio della propria attività.
Ciò che ci ha colpito fin dall’inizio di questo artista sono stati i volti che affollano le sue tele. E anche qui è così. L’installazione “Domani all’alba cari miei” (1991) consiste in una palizzata di cartelloni di protesta, ma su questi cartelli non ci sono scritti gli slogan che siamo soliti leggere durante le manifestazioni; ci sono i volti della persone, e chi sono queste persone? Potrebbero essere i manifestanti? Non si sa.
Sta di fatto che invadono con prepotenza lo spazio espositivo, così come nel dipinto “Vacanze americane” (2011), situato di fronte, dove di nuovo ci sono i volti di tantissime persone che affollano lo spazio mettendo in secondo piano tutto il resto.
Nuovamente il MAC propone al suo pubblico delle mostre interessanti, ben studiate nell’allestimento, che non stordiscono il visitatore con troppe opere, ma che lo accompagnano nella scoperta/approfondimento di tutte le sfumature di cui l’arte contemporanea è capace di vestirsi.
MOSTRE APERTE FINO AL 2 GIUGNO 2013
INGRESSO GRATUITO
COME RAGGIUNGERLO:
ORARIO:
Lunedì chiuso
Martedì, mercoldì e Venerdì : 15.00-19.00
Giovedì : 15.00-23.00
Sabato e Festivi : 10.00-12.00 / 15.00-19.00
Per ULTERIORI INFORMAZIONI: Sito Mac
andrea salvadori lo conosco. Il punto è che non ricordo le opere.
Triste 😐
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Noi conosciamo solo queste!ma il lavoro è interessante 🙂 tu dove l’hai visto?
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il punto è proprio questo: non lo so, non me lo ricordo!
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