L’Istituzione Bologna Musei copre un’ampia fetta della storia della cultura italiana con i suoi 13 musei: archeologia, arte antica, arte moderna e contemporanea, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica, storia e memoria. Sfido tutti (in primis i bolognesi!) a visitarli tutti una volta che finalmente potranno riaprire al pubblico…nel frattempo, grazie alle parole di Roberto Grandi, Presidente Istituzione Bologna Musei, scopriamo come conoscere meglio questi tesori in formato digitale.

QUALI SONO LE INIZIATIVE SOCIAL INTRAPRESE IN QUESTO PERIODO DI CHIUSURA FORZATA?
La chiusura prolungata dei musei ci ha indotto, con tempi di reazione molto ristretti, non solo a potenziare, ma anche a ripensare e innovare la nostra presenza digitale facendo ricorso, principalmente, a una narrazione digitale nuova dei contenuti delle nostre ricchissime collezioni permanenti. Siamo infatti un’Istituzione che include 13 sedi museali, oltre al Cimitero Monumentale della Certosa, e la sfida è stata offrire una ampia costellazione di offerte digitali rivolte a una pluralità di pubblici. Dopo essere stati i primi, all’esordio dell’emergenza Coronavirus, con il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, a utilizzare il live streaming per consentire la fruizione a distanza della scultura performativa Bonjour di Ragnar Kjartansson, allestita nell’ambito della mostra AGAINandAGAINandAGAINand, abbiamo attuato una strategia integrata che operasse prevalentemente su due fronti: da un lato l’incremento della creazione di contenuti testuali e video (nuove sezioni online e percorsi tematici, aggiornamenti dei cataloghi delle opere, messa a disposizione di pubblicazioni didattiche per i più piccoli), dall’altro palinsesti di dirette sui social network. Cito alcune iniziative:

Veduta di allestimento della collezione permanente, sezione “Officina d’Arte Italiana”
Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Con i “2 minuti di MAMbo” stiamo proponendo un nuovo video al giorno, dal martedì alla domenica – come simbolicamente nei giorni di apertura ordinari del museo – , caricato sul canale YouTube e sui social del museo (Facebook e Instagram). A raccontare il loro particolare punto di vista sul patrimonio museale contemporaneo sono stati artisti, storici dell’arte, mediatori, personaggi del mondo della cultura, musicisti e curatori.

Veduta di allestimento della collezione permanente, sezione etrusca
Foto Roberto Serra
Courtesy Istituzione Bologna Musei
Il Museo Archeologico offre sui propri canali la possibilità di scaricare liberamente quaderni didattici rivolti ai più piccoli, per stimolarli alla conoscenza delle civiltà antiche, e ha intensificato la pubblicazione di contenuti sul canale YouTube, con pillole bilingui, interviste, video in LIS e una presentazione della mostra attuale Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna. Sia per il Museo Archeologico che per il Museo Medievale offriamo gratuitamente a tutti gli utenti del web due percorsi fra le collezioni permanenti dei due musei sulla app MuseOn, che stiamo continuando a implementare con le collezioni degli altri musei.

Veduta della collezione permanente
Foto Matteo Monti
Courtesy Istituzione Bologna Musei
“La Storia #aportechiuse” è un palinsesto di dirette Facebook promosso dal Museo del Risorgimento per offrire agli utenti spunti e notizie per approfondire da casa eventi, persone, opere d’arte. Storici, storici dell’arte, guide turistiche, esperti di danze storiche e giornalisti continuano ad alternarsi sul palco virtuale e a dialogare in diretta nei commenti al video stesso.

Veduta della Galleria Vidoniana
Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Mostre temporanee attualmente non visitabili e collezioni permanenti sono al centro della strategia social dei Musei Civici d’Arte Antica, che coinvolge curatori e storici dell’arte in una serie di video-racconti che portano sul web “Impara l’Arte”, la longeva rassegna annuale di attività che raccontano le opere note e meno note delle collezioni museali, interrotta dalla chiusura delle sedi.

Veduta di allestimento della collezione permanente
Foto Roberto Serra
Courtesy Istituzione Bologna Musei
Con lo stesso obiettivo, il Museo della Musica ha proposto sulla pagina Facebook “#wunderkammerconvista”, brevi videoclip che raccontano gli oggetti più significativi della collezione del museo, accompagnati da un brano dal vivo suonato da un musicista ospite.

Veduta del percorso espositivo permanente, sezione “La Fabbrica del Futuro”
Courtesy Istituzione Bologna Musei
Infine il Museo del Patrimonio Industriale ha proposto sia sui social (Facebook) che sul canale YouTube video di approfondimento delle collezioni del museo e della storia produttiva della città, che il museo studia, documenta e promuove.
Abbiamo pensato anche ad attività rivolte al pubblico specifico costituito da famiglie, insegnanti, bambini e ragazzi attraverso idee laboratoriali da realizzare in questi giorni di permanenza a casa. Vorrei ricordare, ad esempio, la collana di kit liberamente scaricabili che il Dipartimento educativo MAMbo sta proponendo sul sito www.mambo-bologna.org.
Ogni settimana si possono trovare spunti di attività, lettura e visione pensati per avvicinarsi ai musei dell’Area Arte Moderna e Contemporanea (MAMbo, Museo Morandi, Museo per la Memoria di Ustica), alle opere, agli artisti e alle mostre temporanee e per prepararsi alle future visite. Gli elaborati dei bambini possono essere condivisi con il Dipartimento educativo e pubblicati sullo stesso sito web.
QUAL E’ LA RISPOSTA DEL PUBBLICO?
Interazioni, commenti, condivisioni, messaggi privati sulle pagine, accessi ai siti e nuove iscrizioni ai canali YouTube: tutti i numeri che registriamo ci fanno ritenere di essere riusciti a raggiungere pubblici che hanno apprezzato l’offerta culturale proposta. Inoltre elevato è il numero di elaborati che riceviamo e le restituzioni di docenti che utilizzano i nostri materiali come supporto per la didattica a distanza. L’obiettivo che ci siamo dati grazie alla professionalità e passione di tutto il personale è duplice. Mantenere e fidelizzare maggiormente i pubblici dei vari musei, aumentandone la fruizione crossmuseale all’interno dell’Istituzione, e intercettare i non ancora pubblici che in questi giorni sono con maggiore curiosità attivi nel surfing digitale. Lo staff di comunicazione, grazie a una elevata competenza, dimostra di essere in grado di gestire strategie di comunicazione in condizioni di criticità mai sperimentate prima, attivando anche modalità di formazione informale al digitale verso quegli operatori dei nostri musei che si sono trovati non del tutto a proprio agio con “i nuovi mezzi”. Consideriamo che questa accelerazione ha portato molti operatori anche a re-inventare alcune modalità di praticare il proprio ruolo, e lo hanno fatto con capacità e spirito di iniziativa che è giusto evidenziare.
QUALI CANALI STATE UTILIZZANDO E DOVE STATE RICEVENDO MAGGIORE RISCONTRO?
Partendo dalla convinzione che i musei sono collezioni di storie correlate agli oggetti che contengono, abbiamo seguito in tutti i nostri canali e strumenti di comunicazione una linea narrativa integrata basata su racconti a un tempo curiosi, sorprendenti e informativi sulle collezioni permanenti e sul “backstage” di quello che accade nei musei durante i giorni di chiusura forzata.
Le sei aree tematiche in cui è articolata la nostra Istituzione – arte antica, arte moderna e contemporanea, musica, storia e memoria, patrimonio industriale e cultura tecnica – hanno propri siti web, profili social (Facebok, Instagram, Twitter), pagine YouTube e newsletter, che tuttavia operano sempre in coordinamento con il sito web, il profilo Instagram e la newsletter dell’Istituzione. In generale abbiamo registrato una crescita di interazioni su ogni canale: le migliaia di visualizzazioni dei video postati sui social hanno portato anche ad una crescita dei like sulle pagine, mentre i canali YouTube, seppur più lentamente, stanno registrando anch’essi una crescita.

Vincenzo Vela (1820-1891), particolare del Gioacchino Murat collocato sul sepolcro della figlia Letizia, 1864
Sala del Colombario
Foto Alessia Stella
PRIMA DELLA CHIUSURA FORZATA, FACEVATE GIA’ ATTIVITA’ DIGITALI?
Da alcuni anni stiamo investendo molti sforzi nelle nostre attività di comunicazione, non solo digitali, e anche grazie al sostegno economico di altri enti pubblici e privati abbiamo realizzato video promozionali di alcune nostre sedi, visibili online, aperto il canale Instagram dell’Istituzione, finanziando una specifica formazione per il nostro staff di comunicazione e investendo in campagne, appositamente ideate e accompagnate da un piano di sponsorizzazioni. L’attività social è progettata e realizzata attraverso un coordinamento editoriale che comprende i responsabili comunicazione delle sei aree museali. Continuiamo comunque a pensare anche a quel pubblico “non digitale” che continua a seguirci, con prodotti e campagne ad hoc. Il prossimo step che dovremo compiere sarà la revisione completa delle nostra presenza online, con l’ammodernamento tecnologico e di contenuto dei nostri siti.
PREVEDETE DI CONTINUARE CON QUESTE ATTIVITA’ ANCHE DOPO LA RIAPERTURA DEI MUSEI?
Certamente sì, consapevoli che i musei oggi devono diventare sempre più hub culturali, come nel nostro caso dove siamo una delle più importanti istituzioni culturali di Bologna che rende conto alla città della propria attività in una logica di accountability. La sperimentazione di modalità alternative di fruizione del patrimonio museale in questo periodo di forzata quarantena ha determinato, come sottolineato anche da ICOM Italia, un punto di svolta irreversibile nel rapporto con il pubblico. Si apre davanti a noi un nuovo periodo che rappresenterà il passaggio tra la gestione dell’emergenza e la definizione di progettualità in cui le potenzialità del digitale dovranno essere inserite in maniera organica all’interno delle future attività di mediazione culturale dei musei verso le diverse tipologie di frequentatori.
E INFINE, UNA CURIOSITA’: AVETE SENTITO PARLARE DEGLI ART BLOGGER? COSA PENSATE DI QUESTA FIGURA?
Quella dell’art blogger è una figura professionale ormai matura anche in questo settore che influenza la conoscenza dell’arte da parte del pubblico che utilizza il web e i social network come fonte informativa primaria. Sono presenti diverse esperienze interessanti di narrazioni delle esposizioni e delle collezioni museali attraverso contenuti originali e creativi che attestano buoni livelli di competenza e capacità di mantenere una autonomia di giudizio tra i vari interessi che si muovono nel mondo dell’arte. Come istituzione culturale siamo naturalmente molto interessati a dialogare con tutti coloro che condividono la passione per l’arte e la cultura attraverso linguaggi digitali in grado di coinvolgere e avvicinare, in particolare, le nuove generazioni a un mondo che, troppo spesso, è ancora percepito come distante ed inaccessibile. Di più. Penso che per gli art blogger i musei possano costituire partner interessanti per promuovere insieme sperimentazioni di comunicazione e esperienze digitali originali. Noi ci siamo.