Ho sempre pensato che la performance art fosse un’arte molto distante da me finchè non ho letto Attraversare i muri, l’autobiografia di Marina Abramovic scritta in collaborazione con James Kaplan.

Questo libro è stato come un fulmine a ciel sereno e mi ha aperto gli occhi su un mondo dell’arte completamente nuovo. 400 pagine che ho desiderato non finissero mai e che mi hanno fatto pentire di non aver prenotato il primo treno disponibile diretto a Firenze per vedere The Cleaner, la mostra a Palazzo Strozzi dedicata a Marina Abramovic (aperta al pubblico fino al 20 gennaio).
Ho scoperto una donna che ha affrontato in modo straordinario ogni singolo istante della sua vita, una donna dall’estrema sensibilità, una donna che ha messo in mostra i sentimenti, che ha fronteggiato la paura e il dolore (sia fisico che psicologico) con coraggio. La parola chiave della sua vita, e di conseguenza della sua arte, è “equilibrio”: una ricerca instancabile e senza fine che sembra giungere al termine durante le sue performance, per poi iniziare nuovamente una volta che si sono concluse.
Ho finalmente capito il senso della sua arte e, non mi vergogno a dirlo, mi sono emozionata insieme a lei. Ho desiderato fortemente sedermi di fronte a lei al MoMA di New York nel 2010, durante The Artist is Present, guardarla negli occhi, lasciarmi trasportare nel suo mondo e allo stesso tempo lasciarla entrare nel mio.

Probabilmente lei è riuscita a creare il vero legame tra l’arte e chi ne usufruisce. Il libro è perfetto per i suoi estimatori, per chi non la capisce, per chi ama l’arte e per chi la odia: in un modo o nell’altro, dopo la lettura, sarete delle persone diverse.
Interessante. A me pare una mostra di una artista storicizzata. Avevo studiato il suo lavoro per delle mostre. Comunque sei la seconda persona che racconta questa mostra con entusiasmo dopo aver letto il libro.
Se mi capita lo prendo. Grazie
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Te lo consiglio davvero!
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grazie!
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Grazie. L’ho comperato ed è in attesa di lettura, a questo punto gli farò saltare qualche gradino. Io ammiro tantissimo la Abramovich, tantissimo (ma a Firenze non sono andata, non so, c’erano gli interpreti. Ho però visto qualche anno fa una sua mostra in Bicocca molto esauriente)
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Non ho mai visto niente di suo purtroppo, perché prima di leggere questo libro non riuscivo ad apprezzarla. Quando leggerai il libro, scrivimi: sono curiosa di sapere cosa ne pensi!
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Volentieri
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