Marrakech, la città rossa

Dopo aver girovagato da nord a sud per il Marocco, passando dal caos delle medine al silenzio dei siti archeologici, da verdeggianti palmeti all’arido del deserto…è il momento di dedicare qualche giorno ad una delle città più visitate del paese: Marrakech.

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Abbiamo trascorso 4 giorni qui, suddivisi in questo modo: primo giorno giro della città con la guida, secondo giorno “trasferta” ad Essaouira (di cui vi parlerò nei prossimi giorni), terzo giorno visita a due importanti giardini della città e hammam, quarto giorno shopping e relax. Devo dire che, per chi come me e Simone si alza presto la mattina e si muove piuttosto velocemente, quattro giorni sono tanti. Se invece vi piace far tardi la sera e dormire fino a mattino inoltrato, vi regalate una pausa caffè e visitate le città con un passo più lento…allora sono perfetti!

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Arriviamo a Marrakech nel tardo pomeriggio e siamo subito stati accolti dalle coccole e dalla gentilezza Francesca, la proprietaria italiana del riad dove avremmo alloggiato, che ci ha preparato una cena a base di riso bianco per i nostri stomaci debilitati dalle spezie! Il mattino seguente incontriamo Khamid (si scriverà così?), la nostra guida per la giornata. La prima tappa è la Moschea di Koutubia, la più grande della città. Venne costruita intorno alla fine del XII secolo sui resti di un edificio islamico precedente, i cui resti sono ancora visibili.

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Ciò che colpisce è il suo minareto, il più antico di quelli almohadi e che domina la città con i suoi 69 metri di altezza. Le sue decorazioni, la sua architettura, il vertice con le tre sfere di rame hanno influenzato altre strutture nel mondo come la Torre Hassan a Rabat e la Giralda di Siviglia. Al suo interno ci sono 6 stanze, attorno alle quali si snoda una rampa in leggera pendenza che serviva (e serve ancora) al muezzin per salire cinque volte al giorno e chiamare i fedeli alla preghiera.

E’ arrivato il momento di addentrarci nella medina che, qui a Marrakech, è ancora più caotica di quella di Fes: non ci sono asini e cavalli per le strade, ma vecchissimi motorini che sfrecciano a tutta velocità incuranti delle persone che camminano per strada!

Insieme a Khamid, che con il passare del tempo diventa sempre più loquace, visitiamo il Museo di Dar Si Said e il Palazzo El Bahia, dove la nostra guida si è divertita a farci degli indovinelli sulla cultura marocchina per vedere se eravamo stati attenti durante le sue spiegazioni.

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Il Museo di Dar Si Said si estende su oltre 2000mq, attorno a due imponenti riad che vennero trasformati in museo nel 1930: come nel resto dei musei visitati, anche qui troviamo armi, strumenti musicali, utensili da cucina, vestiti, oggetti in rame, gioielli e tappeti. L’aspetto più interessante per me è vedere sia le decorazioni delle diverse stanze che soffermarmi al fresco dei magnifici giardini.

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Il Palazzo El Bahia invece occupa un’area di 8 ettari ed è un vero capolavoro dell’architettura marocchina tradizionale.

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Il nome del palazzo prende il nome da Bahiya, moglie preferita del visir Ahamd b. Musa (quattro mogli e un harem di 24 concubine). Come ci spiegava Khamid, la moglie preferita non è tale per una vera “preferenza” da parte del marito ma perchè è la prima a partorire un figlio maschio.

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L’edificio è suddiviso in 150 stanze, ognuna riccamente decorata con marmo, legno di faggio e cedro e stucco di zellige. Ci si può perdere qui dentro tra stanze, scuderie, hammam e giardini profumati dagli alberi di arancio e gelsomini. Abbiamo scoperto inoltre che il palazzo è ancora oggi utilizzato dalla famiglia reale marocchina quando si trova in città ma,?a differenza di tantissimi altri palazzi, questo è comunque aperto al pubblico quando non ci sono.

Dopo un pranzo in piazza Jemma El Fna dove abbiamo potuto rinfrescarci un po’, è arrivato il momento di visitare le Tombe Saadiane che risalgono al tempo del sultano Ahmad al-Mansur al-Dahabi. Si tratta di un’area riscoperta da pochi decenni (1917) ma che subito è entrata in tutti gli itinerari turistici grazie alle magnifiche decorazioni che le caratterizzano.

Il mausoleo comprende i corpi di una sessantina di membri della famiglia Saadiana, tutti che riposano in tombe riccamente intagliato nel marmo di Carrara. Le tombe che si vedono in giardino invece sono riservate ai soldati e ai servi e sono oltre un centinaio.

Anche oggi abbiamo camminato per oltre 12 km e, sempre chiacchierando torniamo al nostro riad: la giornata è stata caldissima con oltre 36 gradi ed è quindi il momento giusto per fare una doccia bella fresca…il giorno dopo ci aspetta una giornata al mare a Essaouira!

5 risposte a "Marrakech, la città rossa"

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