Durante la nostra giornata a Ferrara (di cui vi abbiamo già parlato QUI) abbiamo camminato su e giù per il centro storico della città. Abbiamo visto il duomo, purtroppo chiuso e circondato da impalcature per alcuni lavori, e il palazzo dei diamanti, sede di mostre. Ci siamo persi per il dedalo di viette e portici per poi ritrovarci a lato del castello estense.
Consultando la guida più veloce che avevamo a portata di mano (grazie Wikipedia!) abbiamo scoperto che un po’ fuori dal centro sorgeva la casa in cui Ludovico Ariosto ha trascorso i suoi ultimi anni di vita. Purtroppo non ci hanno permesso di fotografare, ma vogliamo parlarne comunque. Ora capirete perché.
Gestita dai volontari dell’associazione Auser, questa casa è stata riaperta solo da qualche anno e ospita conferenze, incontri e anche mostre d’arte. Noi abbiamo potuto godere delle suggestive immagini in bianco e nero del giovane fotografo Matteo Sauli accompagnate da alcune frasi (a volte un po’ criptiche) scritte da Vittorio Ferorelli, grazie alle quali siamo riuscite ad andare oltre a quello che i nostri vedevano.
La mostra si chiama “Al bordo della strada” e Alvaro Mutis sembra suggerire un’interpretazione dicendo “Un dio dimenticato guarda crescere l’erba“, precisamente quella della Via Emilia.
Dopo una breve visita al giardino della casa, siamo salite al primo piano dove sono raccolti alcuni cimeli: sedie cinquecentesche, libri con le firme di ospiti, anche illustri come Verdi e Saba, che sono venuti a rendere omaggio all’autore del L’Orlando furioso. La volontaria che abbiamo incontrato era una simpatica signora prontissima a spiegare la storia e raccontare segreti e curiosità che circondano la figura dello scrittore. Un matrimonio celebrato in segreto con Alessandra Becci, vedova di Strozzi. Il contratto con la curia fatto con papa Innocenzo per mantenere la famiglia (era il primo di dieci fratelli). Una sua falange recuperata da un generale francese, suo grandissimo ammiratore.
Le stanze sono piccole, ma molto curate. La Sala nobile, oggi adibita a sala conferenze, una stanza sulla destra e una sulla sinistra con un piccolo camino, dove si dice che sia morto nel 1533 lo scrittore.
I gentilissimi e disponibilissimi volontari hanno reso ancora più piacevole questa breve visita che noi vi consigliamo caldamente. Un pochino fuori dai percorsi turistici ma molto interessante. Chiedete spiegazioni ai volontari presenti: saranno felici di condividere le loro conoscenze e la loro passione con voi. Noi vorremmo ringraziarli, soprattutto in seguito alla FAIMarathon che ha attirato l’attenzione su questo argomento: grazie anche a loro, molti luoghi della cultura possono continuare a vivere.
(Fotografie della mostra gentilmente concesse dal fotografo Matteo Sauli)
ORARIO
feriali 10.00 – 13.00 | 15.00 – 18.00; domenica 10.00 – 13.00
Chiuso lunedì e festivi infrasettimanali
INGRESSO GRATUITO
COME RAGGIUNGERLA:
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