Come già avrete notato quando parlavamo della nostra visita a Venezia, ci piace girare a caso, senza meta, senza Google Maps (questa in realtà è una mezza verità…). E così, sotto il sole cocente di un tardo pomeriggio siculo, la nostra strada ha incrociato la sede della Provincia regionale di Siracusa dove, al suo interno, spiccava una strana struttura. Avvicinandoci e leggendo la breve didascalia abbiamo scoperto di poter toccare con mano una delle creazioni dell’architetto giapponese Kengo Kuma. Si tratta, infatti, del “Padiglione Oribe” o “Casa del The”, una struttura di pannelli di policarbonato alveolare, esposta lì dal 2008.
È uno spazio vuoto dove Kuma vorrebbe che ci fosse una “pura contemplazione”, suggerita anche dall’uso di questo particolare materiale (la materia, per l’architetto, è l’elemento fondamentale per i suoi lavori).
Questo padiglione è stato realizzato in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Siracusa (che si trova poco distante) e quella di Ascoli Piceno; durante la realizzazione ci sono stati diversi cambiamenti che l’hanno discostato dal progetto originale ma il progetto finale è stato apprezzato da tutti.
Si tratta di 93 “costole” di policarbonato alveolare spesse 6 millimetri. Il padiglione è lungo 6,40 metri. Le lastre di policarbonato sono disposte in verticale sia per far entrare la luce naturale all’interno sia per dare una maggior rigidezza alla struttura. Anche il pavimento, sopraelevato (inizialmente retroilluminato), è fatto di policarbonato oltre che di alluminio e vetro mattone.
È una struttura particolare, che da un senso di antico e di futuro allo stesso tempo. La luce che filtra è strana e sembra quasi irreale nonostante provenga dal sole. È sempre una piacevole sorpresa visitare città famose per la loro storia passata e imbattersi nell’arte contemporanea: è un connubio interessante che dovrebbe vivere in ognuna delle nostre città
Questa opera mi piace veramente tantissimo!!!mi piace l’idea dei materiali, mi piace come gioca con la luce…mi sfugge solo la funzionalità, purtroppo. Voi sapete lo scopo?
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non ha una funzione “vera e propria”, se non quella appunto di far entrare i uno stato di contemplazione chiunque ci entri…anche se il suo secondo nome “Sala del The” dà un altro ottimo spunto sul suo utilizzo 🙂
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l’interno è davvero spettacolare!
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sembra di essere veramente in un altro mondo quando si entra!
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😀 beate voi!
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fa parte quindi giustamente della corrente orientale relativa alla meditazione e al raccoglimento con se stessi nel tentativo di instaurare il rapporto con qualcosa di più grande che in questo caso è rappresentato dalla luce 🙂 (ok ho inventato eheheh!)
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beh, anche se inventata evidentemente il nostro articolo ti ha ispirata 🙂 la tua spiegazione ha comuque una logica, e nell’arte contemporanea ognuo trova la sua personale, anzi personalissima interpretazione!!
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Vado in Ot, sorry.
Ho inserito il blog nella mia lista per una nomination..spero non spiaccia! 🙂
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Non ci spiace per niente! anzi, grazie mille marzia!
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