Chi di voi ha subito il fascino della figura dei moschettieri del re al grido di “Tutti per uno, uno per tutti!“? Ma quanti hanno letto il libro da cui si origina il mito?

I tre moschettieri di Alexander Dumas è il primo racconto di una trilogia (i capitoli seguenti sono Vent’anni dopo e Il Visconte di Bragelonne) dedicata appunto a questa figura, realmente esistita in Francia tra il XVI e XIX secolo. I protagonisti del nostro libro però, non sono semplici moschettieri ma fanno parte della guardia personale del re, in continua lotta con quella del cardinale Richelieu: si tratta di Athos, Porthos e Aramis a cui si aggiunge la vera figura di spicco del libro, il guascone D’Artagnan .
La trama del libro ha poco a che vedere con i più recenti adattamenti cinematografici che hanno portato alla ribalta queste figure: nella Francia di inizio Seicento, un giovanissimo D’Artagnan fa il suo ingresso a Parigi con il sogno di entrare nel corpo dei moschettieri di Luigi XIII grazie a una lettera di raccomandazione per il capo dei moschettieri, il Signor De Tréville. Nonostante questa lettera gli venga sottratta durante un duello con un uomo misterioso che ritroveremo nelle pagine successive del libro, D’Artagnan riesce comunque a conquistare De Tréville. Subito dopo, ecco l’incontro casuale con i moschettieri più famosi del tempo: Athos, Porthos e Aramis. Sfida tutti e tre a duello per futili motivi ma, a causa dell’intervento delle guardie del cardinale Richelieu, invece che combattere tra loro si ritrovano fianco a fianco contro numerosi avversari guadagnandosi vicendevolmente rispetto e fiducia.
Una volta delineato l’inizio di questa grande amicizia, ecco che iniziano a svilupparsi i primi intrighi che coinvolgono il Re Luigi XIII e la consorte Anna di Spagna, amante del potente Duca di Buckingham. Quest’ultimo, insieme alla regina, è un acerrimo nemico del cardinale Richelieu il quale si appoggia a una rete di spie, tra cui la misteriosa e spietata Milady, per favorire i suoi interessi. Tra confessioni, battaglie, amori ricambiati e altri finiti in tragedia, i nostri amici riescono a uscirne vittoriosi e ognuno vedrà realizzarsi il proprio desiderio!
Nelle pagine del libro, che è uno dei romanzi più famosi e più tradotti della letteratura francese, ho ritrovato la stessa scrittura incalzante che già mi aveva conquistata durante la lettura de Il Conte di Montecristo: un mix di romanticismo tipico dei romanzi ottocenteschi, caratterizzazione dei personaggi e un susseguirsi di avventure e intrighi sempre avvincenti.
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