Cosa spinge un falsario a mettere sul mercato opere d’arte false? Le ragioni sono diverse e, talvolta, davvero molto interessanti. Come nel caso di Han Van Meegeren, protagonista del libro La doppia vita di Vermeer scritto da Luigi Guarnieri per Oscar Mondadori.

Van Meegeren, nel libro chiamato semplicemente VM, è un artista olandese nato a fine Ottocento ed è considerato uno dei migliori falsari del secolo scorso: fedele alla tradizione artistica seicentesca del suo Paese, agli inizi della sua carriera venne ostacolato dalla critica e, proprio da qui, nacque il suo desiderio di vendetta.
Grazie al suo talento e alle sue conoscenze del trattato De Vild (nel quale erano dettagliate le tecniche e i materiali adoperati da Vermeer) realizzò degli ottimi falsi attribuiti proprio al pittore originario di Delft, la cui vita è ancora oggi in gran parte avvolta dal mistero. VM scelse di non copiare opere esistenti, ma di dare vita a un Vermeer “religioso“: si tratta del Cristo a Emmaus che, nel 1937, venne accolto dalla critica mondiale come “capolavoro assoluto del maestro di Delft”. Tra i primi a ingannarsi ritroviamo De Vild e Abraham Bredius, ai tempi massima autorità nell’ambito dell’antica pittura olandese.

L’idea iniziale di VM era quella di svelare nel giro di poco che si trattava di un falso così da godere della sua vendetta e screditare l’autorità dei critici, ma l’enorme successo ottenuto e il conseguente arricchimento l’hanno convinto a continuare il suo “lavoro” di falsario. Andò tutto bene finché, a seguito della caduta del Terzo Reich e la scoperta nella collezione di Goring di Vermeer falsi, venne smascherato e portato a processo, un’occasione che gli ha garantito la fama in tutto il mondo.
Il libro è consigliato a tutti, amanti dell’arte oppure no, in quanto la storia è così avvincente da sembrare essere un vero e proprio romanzo d’avventura!