#CultureForDigital – L’arte sbarca su TikTok

Lo ammetto. Da qualche mese a questa parte sono entrata nel tunnel di TikTok, il nuovo trend nel mondo dei social: non ho (ancora) aperto un profilo ma spesso mi ritrovo a scrollare il feed per ore e, fin dall’inizio, mi sono chiesta se fosse possibile sfruttarlo nel campo dell’arte. O meglio, quale strategia adottare per sfruttarlo nel mondo dell’arte?

La risposta è arrivata dalle Gallerie degli Uffizi che sono sbarcati su TikTok poche settimane fa, raccogliendo oltre 4.000 follower e 13.400 like, in aggiunta a migliaia di visualizzazioni (il primo video ha superato le 26.000). Un mix di contenuti caratterizzati dall’ironia che sono in grado di attrarre una nuova fetta di pubblico. Ovviamente le polemiche non sono mancate ma, a mio parere, la cultura DEVE essere presente anche in un social network popolato principalmente da giovani. Perchè? Beh, basta vedere questa infografica realizzata da Influencer Marketing Hub per vedere una piccola parte delle potenzialità di questo strumento.

Source: Influencer Marketing Hub

Le Gallerie degli Uffizi però non sono state le prime ad aver voluto sondare le opportunità della piattaforma. Il 25 ottobre 2019 è stata la volta della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea che, in occasione del ritorno in sede del quadro Le tre età di Klimt, ha raccontato l’arrivo e l’allestimento dell’opera: i video in questo caso forse sono troppo “istituzionali” e quindi faticano a decollare e a raggiungere numeri importanti, ma l’impegno c’è e spero che non demordano!

Non ho trovato altre realtà italiana attive ma, inserendo la parola chiave museum nella barra di ricerca utenti della piattaforma, ecco altri esempi. Uno dei profili museali più seguiti su TikTok è quello del Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh con oltre 137.000 follower e più di 1,8 milioni di Mi Piace. Il merito è principalmente di Tim Pearce, assistente curatore della sezione molluschi del museo: con i suoi brevi racconti divertenti (solitamente barzellette su molluschi e lumache) ma pur sempre formativi, ha conquistato il pubblico!

Altro esempio sempre da Oltreoceano è quello del Cradle of Aviation Museum di Long Island, con 41.000 follower e quasi 450.000 mi piace. Anche in questo caso, il successo arriva da un format formativo chiamato #EducatorTom. Sulla scia di Tim Pearce, Tom condivide nozioni in modo veloce, preciso e originale.

Altro museo che ci sta “provando” è il Rijksmuseum di Amsterdam, che sa sempre distinguersi per le sue iniziative di comunicazione. Come dimenticare ad esempio il flash mob organizzato nel 2013 per celebrare la riapertura del museo dopo i lavori di restauro?

Vince facile il museo polacco Be Happy: qui le illusioni e le location “di impatto, fanno da sfondo a centinaia di video e coreografie con protagonisti i più giovani.

@behappymuseum

XD😂 taki dawny tt odszukaliśmy 🤪😂🤣 Krzesło wygrywa 😁 #behappymuseum #lovepink

♬ WuluWulu – ayajendawi

Iniziano ad essere presenti anche dei profili di amanti del mondo dell’arte che cercano di fare un po’ di divulgazione, come quello di @artsdiscovery curato da Monica che, nella descrizione della sua biografia, dice “Ogni luogo cela arte, è solo necessario cercarla“.

@artsdiscovery

Boy with frog by Charles Ray at Getty Center entrance! #sculpture #art #ad

♬ 7 rings – Ariana Grande

Gli esempi ad oggi sono ancora pochi, ma è già possibile capire quali format funzionano e quali no, cosa piace al pubblico, dove sta andando la comunicazione che – soprattutto nel caso dell’arte – dovrebbe spogliarsi della sua veste autoritaria per avvicinarsi ai più giovani.

E voi, utilizzate TikTok? Conoscete altri profili dedicati al mondo dell’arte?

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