Fin dai tempi del Medioevo, le città erano rappresentate da un gonfalone, ovvero un vessillo solitamente di forma rettangolare.

Nel cuore del Castello Sforzesco di Milano è conservato il Gonfalone della città che venne eseguito, tra il 1565 e il 1566, dai ricamatori Scipione Delfinone e Camillo da Posterla basandosi sui disegni preparatori di Giuseppe Arcimboldi e Giuseppe Meda. Il gonfalone venne realizzato con la tecnica del riporto che prevede, sopra un supporto di sagome di tessuti diversi, l’applicazione di inserti, realizzati con oro e argento, broccati, sete, rasi e pietre preziose. Protagonista è Sant’Ambrogio, patrono di Milano, che compare su entrambe le faccia mentre sorregge lo staffile con la mano destra e il pastorale con la sinistra. La figura del danto è incorniciata da un arco, dietro al quale si inquadra (probabilmente) la Basilica Ambrosiana come appariva secoli fa.
Si tratta di una vera e propria opera d’arte di 5 m x 3,5 m, commissionata dalla Magnifica Comunità di Milano e che venne benedetta dall’arcivescovo Carlo Borromeo. Restò in uso fino alla fine dell’Ottocento e il suo lungo utilizzo ha portato a un’importante usura e, di conseguenza, a numerosi restauri.
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