Primo contatto con la Cina!

Come anticipato da mia sorella venerdì, comincio con questo articolo un breve reportage del mio viaggio di due settimane in Cina, alla scoperta di Pechino e Shanghai.

Per chi non lo sapesse già, sono Roberto, il fratello “piccolo” di Alessandra, e questo viaggio stupendo mi è stato regalato per la recentissima laurea.

Nonostante sia online da molti anni, mi sono convinto a scrivere un contributo per il blog solo adesso, ovviamente con la massima spontaneità da parte mia (e non in cambio della Nikon D7000 di mia sorella, ci mancherebbe).

Dopo un viaggio di 14 ore con scalo a Londra, inaspettatamente comodo (in turistica ho contato 24 persone -avete letto bene, ventiquattro!! sono stato sdraiato tutto il tempo!mai successo in vita mia), sono atterrato all’aeroporto di Pechino intorno alle 5 di mattina locali: il deserto. Non avendo preso valuta cinese in Italia, e dovendo prendere un taxi che mi portasse fino a casa della mia amica Chiara, che mi ha gentilmente ospitato durante il mio soggiorno, la prima cosa che ho fatto è stata ovviamente cercare l’ATM più vicino.

Primo problema: il mio bancomat non funziona, e non c’è un altro ATM in vista. Panico. Dopo essermi recato al centro informazioni, e aver scoperto che non c’è nessuno lì che parli inglese (perché mai mettere qualcuno che parli inglese al centro informazioni del secondo aeroporto più trafficato del mondo!?), trovo finalmente un bancomat e riesco a prelevare un po’ di yuan.

Trovato un taxi che mi porti in città, faccio vedere all’autista l’indirizzo scritto in cinese che mi aveva mandato Chiara in precedenza (perché se la signora del centro informazioni non parla inglese, figuriamoci il taxista) e si parte! L’aeroporto è situato a circa 30 km dal centro della città, e visto che sono atterrato di sabato ed era mattina presto, in assenza di traffico il tragitto è durato poco più di mezz’ora.

Secondo problema: arrivato sotto casa della mia amica faccio per pagare il taxi, e l’autista, rifiutando i soldi che gli porgevo, comincia a parlarmi in cinese. Dopo 5 minuti buoni spesi in inutili tentativi di comunicazione, in cui l’autista parlava in cinese e io rispondevo in inglese, è arrivata in mio soccorso Chiara, che ha rapidamente risolto la situazione. Ed ecco il problema: gli ATM in Cina distribuiscono solo banconote da 100¥ (circa 13 euro, che è anche il taglio massimo disponibile) e l’autista, presentato il conto di 109¥, non aveva resto da darmi. Cominciamo bene!

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Giunto davanti alla porta dell’appartamento, noto già una prima stranezza: il muro del corridoio è coperto di scritte, che Chiara mi dice siano contatti di idraulici/elettricisti/operai vari che si fanno in questo modo “pubblicità”. Nel corridoio del condominio!! Lasciate in casa le valigie, ci riposiamo un attimo e usciamo subito per cominciare ad esplorare la città. Quale modo migliore per visitare una megalopoli caotica come Pechino, se non a bordo di un tipico scooter elettrico cinese??

Dopo aver accettato un po’ a malincuore di fare da passeggero (che insulto, sono un motociclista io!), si parte! Il primo impatto con la città è sicuramente forte, sembra quasi di essere su un altro pianeta. Da subito mi sono reso conto di quanto Pechino sia profondamente diversa da qualunque altro posto abbia mai visto in vita mia.

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L’architettura degli edifici, le strade, le persone, le scritte incomprensibili, gli odori: sono affascinato già da queste prime vie residenziali che attraversiamo velocemente a bordo del motorino. Quello che mi ha stupito di più da subito, però, e che ha continuato a stupirmi (e dopo alcuni giorni a innervosirmi) per tutte le due settimane di permanenza in Cina, è il comportamento dei cinesi per strada. Completamente senza criterio! Motorini che viaggiano contromano su strade grandi come la A4, pedoni che attraversano in qualunque punto della strada senza troppe cerimonie, macchine che passano col rosso…qui è tutto perfettamente normale!

La nostra prima sosta è un baracchino che vende bāozi, ovvero una sorta di panino-raviolo di consistenza gommosa cotto al vapore, mangiato sia a colazione che a pranzo, con diversi tipi di ripieno: carne di maiale per me, verdure per Chiara. Buonissimi!! Ecco un’altra (piacevole) sorpresa: 4 baozi costano meno di due euro al cambio. Certo mi aspettavo di spendere poco per il cibo, ma non così poco!! (Riparlerò spesso di cibo, per la gioia di Chiara infatti ho voluto mangiare praticamente solo cucina cinese per tutta la vacanza, in modo da provare più piatti possibili…in fondo, anche il cibo è cultura!)

Terminata la colazione d’asporto risaliamo sul motorino e, sotto un cielo inaspettatamente azzurro (prossimamente spiegherò il perché), ci addentriamo nel traffico che comincia a diventare più intenso. Tra un piccolo infarto e l’altro dovuto a macchine che sembrano voler fare un frontale a tutti i costi e pedoni davvero desiderosi di essere investiti, ci dirigiamo verso la prima tappa della mia avventura cinese: 天壇.

Cioè? Al prossimo articolo, #staytuned!

 

Roberto

 

 

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