E’ proprio vero che spesso si nascondono dei veri tesori a due passi da casa e, nel caso di Palazzo Arese Borromeo, i due passi sono esattamente 400 metri! Ogni mattina, per andare in stazione, passo proprio davanti a questo palazzo del XVII secolo e finalmente sono riuscita a visitarlo.
Oltre ai 10 ettari di parco (di cui vi ho parlato QUI qualche anno fa), Palazzo Arese Borromeo apre al suo pubblico ben 33 sale affrescate. A partire dal 1652, questo palazzo divenne un punto di riferimento per l’arte lombarda trasformandosi in un modello per decine di altri edifici realizzati per conto dei membri della potente consorteria Arese nello Stato di Milano. A parte le difficoltà iniziali per capire da dove iniziare la visita, mi sono subita immersa in un mondo fantastico tra ritratti di statue antiche, boschi affrescati e minuscole cappelle.
Nelle prime sale al piano terra gli affreschi sono sul soffitto: dalla Sala dei Giganti, chiamata anche Sala del gioco del matto perchè nel Settecento vi si trovava un tavolo da gioco simile al biliardo chimato appunto “del matto” a quella dei Centauri con la sua volta dipinta da Ercole Procaccini il Giovane che ha rappresentato i tre modi con cui l’Amore si manifesta facendo riferimento alla politica del tempo e alle unioni coniugali tra le famiglie Arese e Omodei.
Diversa da tutte è la Gallerietta fatta a Mosaicho che costituisce uno dei più significativi ambienti del Ninfeo: è riccamente decorata con pitture e mosaici realizzati con acciottolato di fiume bianco e nero a motivo geometrici-floreale.
Gli affreschi delle volte raffigurano le virtù e le allegorie, mentre nel medaglione centrale è dipinta la “Carità moderata dalla Temperanza”. La grotta del Ninfeo divenne il luogo di volontario esilio di Bartolomeo III Arese, poichè qui poteva dedicarsi ai suoi studi alchemici e alla tradizione cabalistica.
E’ arrivato il momento di salire al primo piano ed ecco la magnifica Galleria delle statue: le pareti sono scandite da riquadrature architettoniche arricchite da motivi floreali e si fronteggiano finestroni reali e finestre dipinte. Gli intercolumni sono decorati con le rappresentazioni delle Arti liberali e, di fronte, i personaggi che hanno eccelso in queste discipline.
Una delle sale più spettacolari è la Sala dei Fasti Romani originariamente dedicato alla musica e alle feste da ballo. Gli affreschi costituiscono un unicum nell’ambito della pittura seicentesca lombarda e illustrano il prestigio raggiunto dalla famiglia Arese. Delle finte architetture colonnate sostengono una balconata, mentre porte e finestre sono sovrastata da riquadri riccamente decorati.
Le vedute della Sala delle Rovina, lo Stanzino detto della Covetta e la Sala della Boscareccia trasportano ogni visitatore in un’altra dimensione, dove sembra di sentire i rumori della natura alternati al chiacchiericcio dei personaggi dipinti grazie agli apparati pitttorici illusionistici.
All’interno del Palazzo si trova anche il vestibbolo della Cappella e l’Oratorio Privato di San Pietro Martire, costituito da un piccolo ambiente internamente tripartito, coperto da una cassettonatura floreale e caratterizzato da una decorazione parietale molto ricca. Le scene, raffiguranti eroi ed eroine dei racconti biblici, sono inquadrate da lesene ioniche-corienzie. La cappella venne consacrata nel 1677 e, nonostante la critica attribuisca il complesso pittorico a più mani, la predominanza è quella di Antonio Busca e Giovanni Ghisolfi.
Una scoperta inaspettata e piacevole, una visita che consiglio a tutti i brianzoli…e non solo!
ORARIO
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
BIGLIETTO
Senza visita guidata
Intero: 5 euro – Ridotto: 3 euro
Con visita guidata (Prenotazione obbligatoria entro le ore 13 del venerdì all’indirizzo cultura@comune.cesano-maderno.mb.it oppure chiamare 0362 553694)
Intero: 9 euro – Ridotto: 6 euro
COME RAGGIUNGERLO
Cara Alessandra questa è una vera chicca. Quante volte siamo rimasti tappati in casa perché non sapevamo che fare e non avevamo voglia di fare km e km per visitare un borgo o un castello? Mi hai dato un ottimo spunto per scoprire qualcosa a due passi da casa. Mi piace tantissimo. Visto che sei così brava nella scoperta di questi gioiellini ricordami se ce ne sono altri nei dintorni di Monza. Un caro abbraccio da un’inguaribile sognatrice 🙂
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È vero: domenica non avevo voglia di tornare a Milano per vedere qualche mostra e nemmeno di mettermi in macchina…e così ho (ri)scoperto questo palazzo.
Sempre in Brianza c’è Villa Tittoni a Desio, che vorrei visitare uno dei prossimi weekend…altra visita in programma è villa Litta a Lainate…
Sto pensando di dedicare un articolo a queste meraviglie della zona, può essere uno spunto interessante?
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Villa Litta a Lainate è bellissima. Assolutamente visita guidata. Villa Tittoni è sempre aperta? Fare dei post sullw meraviglie della Brianza da ottimi spunti per trascorrere qualche pomeriggio piacevole. Buon pome 🤗
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ci devo andare prima o poi è troppo vicino per ignorarlo ancora!
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Esatto! E chiamami così prendiamo un the (se fa freddo) o un gelato (se fa caldo) insieme 🙂
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hai ragione, dobbiamo proprio organizzare qualcosa.
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Ogni tanto ci passo davanti ma non ho mai visitato questa meraviglia! Urge provvedere con bella stagione 😛
Grazie per le stupende foto ❤
Bacio
Sid
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Con la bella stagione unisci la visita del palazzo alla passeggiata al parco!!!!
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Yes 😛
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Devo evidenziare da me questa magnificenza..
Correggi “Mosaicho” in alto 😉
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Grazie!
ho guardato e riguardato tutti i materiali informativi che ho preso e il nome della sala è proprio Mosaicho con la h 🙂
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L’ho sospettato, sai..conoscendo la tua precisione.
Ora te ne racconto una.
Qualche settimana fa mi mandarono notizia di un evento a Salerno; mandai ad una mia amica l’informazione e sai come finì? Lei riscontrò ( ma io il manifesto non l’avevo aperto) un eclatante errore da penna rossa: una “a” al posto di “ha”.
Quando segnalai la cosa, potevo mai esimermi, risposero piccati.
M auna provocazione l’avevo digitata:”Vorrei sapere chi è il redattore”.
Vedi Alessandra, io son applico agli altri quello che “pretendo” da me.
Una forma in corretto italiano, ti pare troppo?
😉
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Assolutamente no! Mi sembra il minimo sindacale 🙂
Poi la svista ci può stare…l’importante è rimediare, e ringraziare chi ce lo fa notare!
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Son contenta che tu non sia suscettibile.
🙂
E’ solo la tensione verso la precisione che fa rima con perfezione che ci salva dalla mediocrità…non credi?
🙂
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Sono d’accordo su ogni punto!
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🙂
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L’ha ribloggato su Alchimiee ha commentato:
Visitare il blog di Alessandra riempie un pochino le mie tante lacune, soprattutto in terra lombarda.
Consiglio a tutti un tuffo nella bellezza delle Sale e degli affreschi di Palazzo Arese Borromeo.
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Errata corrige
“io applico”
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