Volubilis: città romana nel cuore del Marocco

Dopo la visita a Fes (di cui vi ho parlato QUI) è arrivato il momento di mettersi in macchina per la seconda tappa del viaggio: Volubilis, patrimonio UNESCO dal 1997. Volubilis si trova ai piedi delle montagne dell’Atlante ed era un’antica città romana che faceva parte della provincia della Mauritania.

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Le sue origini risalgono al III secolo avanti Cristo e fu abitata dai romani per circa sei secoli, quando Diocleziano lasciò fuori Volubilis dai confini dell’impero. La città però non venne abbandonata e i suoi abitanti (non solo romani, ma anche berberi, ebrei, greci e siriani) continuarono a parlare il latino per oltre cinque secoli, fino all’arrivo degli arabi.

Nel XVIII secolo le pietre, i marmi e i mosaici della città vennero portati via per la costruzione di Meknes: quel momento segnò l’inizio del declino della città, che venne definitivamente abbandonata dopo il terremoto di Lisbona del 1755 che ha causato numerosi danni in tutta quest’area del Marocco.

Le sue rovine si sviluppano per 42 ettari e ma la maggior parte sono ancora coperte da strati e strati di terra. Durante la nostra visita, accompagnati da una guida del posto che parlava italiano (oltre ad altre tantissime lingue!), abbiamo visto gli archeologi al lavoro con diversi strumenti di misurazione, forse proprio con lo scopo di portare alla luce anche il resto delle rovine.

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In origine la città era cinta da oltre due chilometri di mura ma la sua sfarzosità la si può immaginare ancora oggi: i pavimenti degli edifici vantano ancora una trentina di splendidi mosaici ben conservati, le imponenti colonne del tempio di Giove si stagliano chiaramente sull’orizzonte, l’arco trionfale che commemora l’imperatore Caracalla  caratterizza il Decumano Maximo in direzione Tangeri…

Ancora una volta i romani sono riusciti a stupirmi con le loro opere di ingegneria: come far arrivare l’acqua in questo luogo così secco e “sperduto”? Semplice, con dei sistemi di acquedotti che raccoglievano l’acqua nelle zone montuose e la facevano arrivare alla città. Alcune case disponevano di terme private, come quella di Orfeo, e poi c’erano anche le Terme di Gallieno, dove si possono vedere i resti dell’antica rete idrica.

Alle case è stato assegnato un nome, derivante dalle sue caratteristiche architettoniche o dai disegni dei mosaici che sono stati ritrovati: Casa dell’Acrobata, Casa del Cane, Casa del Cavaliere, Casa dell’Efebo, Casa delle Colonne, Casa delle Fatiche di Ercole, Casa di Dionisio e delle Quattro Stagioni, Casa delle Ninfe al Bagno, Casa della Fiera Selvaggia, Casa di Bacco, Casa di Venere (dove visse il re Giuba II)…

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Durante la visita mi sono stupita di come tutti i turisti vengono accompagnati fin dentro le case: non ci sono passerelle, non ci sono protezioni da nessuna parte se non attorno ai mosaici, si scavalcano i muri, si possono toccare con mano queste pietre che sono state lavorate più di 1000 anni fa. Inoltre nei prati dei dintorni (sopra alle rovine nascoste ancora sotto terra) pascolano le capre, sulla cima di alcune colonne ci sono i grandi nidi delle cicogne…insomma, come fa conservarsi così questo luogo? Per me rimane un mistero!

Inizialmente pensavo che visitare un posto così “europeo” in Marocco non fosse un’ottima idea, ma subito ho dovuto ricredermi: è stata una visita stupefacente, oserei dire imperdibile. Un sito archeologico esteso, ottimamente conservato, che racconta i rapporti tra il continente europeo e quello africano, un luogo così “vero” da trasportarti dopo pochi passi in un’altra epoca.

Finita la visita a Volubilis, torniamo in macchina e copriamo l’ultimo tratto di macchina in direzione Meknes…mercoledì vi racconterò della seconda città imperiale visitata!

INGRESSO
10 Dirham (1 euro circa)

VISITA GUIDATA
Prenotata da Melania

ORARIO
Tutti i giorni dalle 8 alle 18

SITO UFFICIALE

COME RAGGIUNGERLA

4 risposte a "Volubilis: città romana nel cuore del Marocco"

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