Marocco: cosa mi mancherà…e cosa no!

Domenica mattina si è concluso il mio viaggio in Marocco: è stata un’esperienza davvero unica e durante i 10 giorni alla scoperta di questo Paese sono stata travolta da centinaia di emozioni diverse, sia positive che negative. Così, prima di raccontarvi tutto nel dettaglio, ho pensato di fare “un punto della situazione” con una lista di cose che mi mancheranno ma anche di cose che non mi mancheranno.

Cosa mi mancherà?

Il deserto. Come possa una distesa infinita di sabbia catturare i cuori di migliaia di persone non è ancora chiaro, ma chiunque abbia avuto l’opportunità di vedere le dune di un deserto sa bene di cosa parlo…

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I colori. La gamma di colori che si incontrano in Marocco è infinita: il verde delle chiome degli ulivi che si staglia contro l’ocra delle antiche mura che circondano le medine, l’azzurro del cielo a contrasto con il rosso delle formazioni rocciose, il verde di Fes e il blu di Meknes, i mosaici delle scuole coraniche, i dipinti sui soffitti intagliati nel legno di cedro, i tessuti dei tappeti e quelli delle vasche delle concerie…

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L’ospitalità. Tutti parlano del popolo marocchino come delle persone ospitali. “Lo dicono di tutti” mi sono detta ma, nel giro di poche ore, mi sono resa conto che è incredibilmente vero. Una famiglia di nomadi che vivono ancora come nel XIX secolo non appena ci siamo fermati con la macchina ci è corsa incontro per offrirci del tè oppure la nostra guida a Fes che, mentre passeggiavamo per la medina, ha comprato dei fichi d’india per poi offrirceli…

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I sorrisi. Dei bambini che giocano per le strade, delle donne che lavano i vestiti al fiume, della guida nel deserto, degli anziani signori seduti sulle sedie in mezzo alla strada a raccontarsi storie…

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I tramonti. Dal primo tramonto infuocato di Fes fino alle calde sfumature dei raggi del sole  nel deserto, dall’animarsi di piazza Jamaa El Fna al richiamo dei muezzin per la penultima preghiera della giornata…

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I paesaggi. Tutti diversi uno dall’altro e ognuno con il suo fascino: montagne, spiagge, palmeti, foreste di cedri, deserti, città, paesini…

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I mercati. Piccole botteghe a destra e a sinistra, i venditori che se ne inventano una nuova ogni giorno pur di catturare la tua attenzione, i preziosi oggetti di artigianato perchè qui molte cose sono ancora fatte a mano, i racconti della storia degli oggetti in vendita…

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Il tè alla menta. E’ proprio vero che servire il tè alla menta è un’usanza ben radicata in Marocco: basta entrare in un negozio o incontrare qualcuno che, senza nemmeno chiedere, stanno già facendo bollire l’acqua e l’unica cosa che chiedono è “con o senza zucchero?”. Dopodichè ecco arrivare la scintillante teiera e i piccoli bicchieri di vetro, si versa il tè alzando il braccio e si mette la menta fresca dentro…che meraviglia!

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Mohamed. Lui era il nostro autista ma ben presto è diventato il nostro punto di riferimento. Abbiamo trascorso gran parte del tempo insieme e abbiamo riso e scherzato, discusso di politica e di religione, scambiato consigli (e medicinali!). Ha fatto diverse deviazioni dall’itinerario definito facendoci scoprire scorci meravigliosi, ci ha scattato fotografie e noi le abbiamo scattate a lui, ha cantato “Tanti auguri” in arabo e in berbero per un nostro amico, ci ha fatto trovare del riso in bianco nel cuore del deserto, abbiamo condiviso il pane arabo con un filo d’olio per pranzo e ci ha riportato in aeroporto domenica mattina alle 5…

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Cosa non mi mancherà?

La scarsa igiene. Ho visto persone starnutire sul pane in vendita, vetrine di dolci invase dalle api, la mancanza di cestini nella medina comporta che tutti buttano tutto a terra…poi ogni tanto, uscivamo la mattina e non c’era più sporcizia a terra!

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Gli odori. Tutti raccontano del profumo di spezie quando si gira per le città marocchine. Beh cari miei, non è sempre così. Ogni tanto infatti l’odore di pesce e carne non proprio freschissime, l’acre odore di sudore o il tanfo delle concerie ti investe lasciandoti quasi stordito.

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Le spezie. Da amante della cucina etnica e nonostante la cucina marocchina sia eccezionale (anche se a volta un po’ monotona), dopo 10 giorni desideravo solo mangiare qualcosa di insapore o perlomeno senza cumino e curcuma.

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L’imbarazzo. Eccezion fatta per Marrakech, in alcune occasioni mi sono sentita in imbarazzo quando mi rendevo conto di essere l’unica donna seduta al tavolo di un bar o di essere fissata dagli uomini per il mio abbigliamento “occidentale” (niente di scandaloso: pantaloni lunghi e maglietta a maniche corte)

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L’Imodium. Già, per la prima volta sono partita con qualche medicinale in valigia ma sono durati poco. Sarà stata l’acqua, il cibo diverso…fatto sta che nel giro di pochi giorni ci siamo ritrovati in una farmacia marocchina alla ricerca di una soluzione per il nostro malessere che rischiava di rovinarci l’intero viaggio!

Se volete scoprire di più sul “mio” Marocco continuate a seguirmi: nei prossimi giorni vi racconterò ogni singola tappa dell’itinerario creato con il tour operator della fantastica Melania (disponibile giorno e notte e anche nel weekend!) che ho conosciuto grazie ad Evaneos.

A proposito, se sabato 8 ottobre siete a Milano e volete scoprire di più su Evaneos CLICCATE QUI e iscrivetevi alla giornata dedicata agli amanti dei viaggi!

7 risposte a "Marocco: cosa mi mancherà…e cosa no!"

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  1. Non sono mai stata in Marocco ma mi sono sempre chiesta quali potessero essere i suoi odori predominanti. Nella mia mente idealizzavo la cosa, soavi profumi di menta mista a spezie…ecco, il tanfo delle concerie e del resto non l’avevo preso in considerazione:)
    Aspetto i tuoi prossimi articoli perché mi piacerebbe tantissimo andare in Marocco!!

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    1. Ahahaha è sicuramente un aspetto secondario rispetto alle bellezze del Marocco…ma qualcuno doveva pur parlarne!:)
      Sono in arrivo una valanga di articoli e, se hai bisogno di altre informazioni, scrivimi! Sarò felice di farti qualche consiglio

      Piace a 1 persona

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