Ho organizzato una gita ad Alba in occasione della Fiera del Tartufo. L’idea era solo quella di mangiare e gustare le prelibatezze del luogo, ma alla fine quando mi trovo a girare per le vie di una città non riesco a non entrare nelle chiese e nei monumenti che incontro lungo la strada.
Dopo aver assaggiato nocciole, olio, formaggio con il tartufo delle mille bancarelle che si susseguivano per le vie principali di Alba, mi sono trovata davanti la Chiesa di San Domenico. Davvero una bellissima sorpresa.
Il convento di San Domenico, venne fondato negli ultimi anni del XIII secolo; dell’antico edificio, oggi sopravvive solo la Chiesa, il cui aspetto è frutto di numerosi interventi fatti nei secoli. Originariamente infatti lo spazio delle navate era suddiviso in due arti, separate da un pontile: la cosiddetta chiesa interna, riservata ai frati e la chiesa esterna, destinata ad accogliere i fedeli. In seguito al Concilio di Trento e alla riforma della liturgia, l’edificio subì notevoli modifiche, con la fusione delle due chiese in un unico spazio uniforme.
Nel XIX secolo iniziò il declino del convento. Ma fortunatamente nel 1826 la chiesa si salvò, in quanto venne assegnata alla Confraternita del Sacro Cuore e venne anche riaperta al culto. Nel 1960 parte della struttura venne abbattuta e solo nel 1975, venne restaurata dall’associazione Famija Albèisa che tuttora la gestisce.
L’edificio di culto ospita oggi mostre d’arte e rassegne culturali e, talvolta, concerti.
Quando ho varcato la soglia d’ingresso della Chiesa, non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi circondata dal design. infatti, al suo interno era allestita una mostra dal titolo “Toshiyuki Kita – Il lusso della natura” realizzata in collaborazione con l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Città di Alba e Bertone Design. La mostra ripercorre la carriera dell’artista giapponese Toshiyuki Kita ed esplora il rapporto tra il lavoro dell’uomo e la natura. L’artista si caratterizza per realizzare ‘nuovi strumenti per l’uso quotidiano’, basandosi sulla semplicità delle linee e dei materiali.
“L’equilibrio tra i nostri cinque sensi e ciò che ci circonda è vitale per creare oggetti. Conoscere il delicato equilibrio tra la natura e l’ingegnosità quotidiana dei nostri antenati significa trovare la strada verso il futuro” ha affermato il celebre designer. Un designer che ha saputo fondere la tradizione antica con i gusti moderni.
Peccato che la mostra sia durata solo un mese e che si sia conclusa proprio questo weekend! Chissà cosa ci riserverà la Chiesa di San Domenico la prossima volta!?
Ilaria
fra i concerti, cìè anche il bellissimo concerto dei CSI “La Terra, La Guerra, una Questione Privata” dedicato alla memoria di Beppe Fenoglio, scrittore che ha avuto i natali da quelle parti
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Grazie per l’approfondimento 🙂
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