Gustav Klimt è il simbolo dell’arte viennese di fine Ottocento e la sua vita, così come le sue opere, ha sempre visto come protagoniste le donne: dalle sorelle Hermine e Clara con cui ha vissuto alle modelle e amanti come Marie, madre di suo figlio, la bellissima Alma Mahler, di cui vi ho parlato in questo articolo, ed Emilie, sua compagna di vita che non è riuscita ad averlo tutto per sè ma con la quale si era instaurato un rapporto unico.
Ed è proprio di tutte loro che parla Paola Romagnoli nel libro “Le Muse di Klimt“, edito da Electa nel 2016, che segue due linee narrative differenti. La prima riporta i fatti (romanzati) in modo cronologico. La seconda invece si presente come una sirena che nuota nel lago Attersee, luogo del cuore di Klimt, e che rappresenta le mille sfaccettature delle donne del pittore: sensualità, passione, giovinezza, saggezza, l’amore di una madre e quello di un’amante.
Una volta chiarite le linee narrative, il libro risulta scorrevole e di piacevole lettura. Non è necessario conoscere la storia dell’artista o dell’Austria di quel periodo per poter godere appieno delle sue pagine, grazie alle brevi ma esaustive descrizioni fatte dall’autrice. Mi è piaciuta molto l’idea di rinominare i capitoli con i titoli dei quadri di Klimt, le cui scene erano poi riprese nella narrazione stessa.
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