Thailandia del nord, tra templi e natura

Se Bangkok e dintorni non mi hanno conquistata, la mia percezione della Thailandia ha cominciato a cambiare visitando il nord del Paese. Ho dedicato infatti qualche giorno a Chiang Mai e Chiang Rai, visitando templi e facendo un’escursione in mezzo alla natura. Ecco a voi alcune delle tappe più interessanti di questa parte di viaggio:

Tappa 1: il Triangolo d’Oro

Il fascino evocato da questo nome corrisponde nella realtà a un largo fiume marrone che è il confine naturale tra la Thailandia, il Laos e la Birmania e zona di traffici di droga (prima l’oppio, poi l’eroina e oggi le metanfetamine). Proprio all’oppio, che nel XVIII secolo era utilizzato con finalità terapeutiche, è dedicato un piccolo museo dove si ripercorre la storia di questo stupefacente e di come ha influenzato la popolazione e la politica, anche a livello mondiale.

Tappa 2: Wat Rong Seur Ten (Tempio Blu) a Chiang Rai

Il classico tempio “instagrammabile” che sicuramente colpisce il visitatore ma che, a livello di storia, non ha purtroppo molto da raccontare (come ha confermato anche la guida che ci ha accompagnato). La sua costruzione è iniziata nel 2005 e la struttura si caratterizza dall’utilizzo di un blu scuro molto intenso, contrastato da decorazioni dorate.

Tappa 3: Wat Rong Khun (Tempio Bianco) a Chiang Mai

Un tripudio di gesso bianco e specchietti che riflettono la luce del sole: sono questi gli elementi caratterizzanti che l’artista Chalermchai Kositpitat ha scelto quando ha dato il via alla costruzione del tempio nel 1997. Il risultato ad oggi (già, il complesso non è ancora terminato) è molto particolare e, visitandolo, si può ripercorrere il pensiero buddhista: la sofferenza dell’esistenza raccontata dalla distesa di mani che sembrano volerti afferrare e trascinare nell’oscurità con loro, il passaggio – simboleggiato da un ponte su cui sono poste statue del dio della morte e dell’oscurità – dal mondo delle tentazioni a quella della liberazione, e infine le immagini di Buddha che accolgono il visitatore all’ingresso del tempio.

Tappa 4: Wat Prathat Doi Suthep a Chiang Mai

Un salto indietro nel tempo fino al XIV secolo: è ciò che promette la visita a questo tempio. Qui ci sono numerosi chedi che contengono le ceneri dei governatori ma, soprattutto, la stupa centrale accoglie una reliquia del Buddha accompagnata da una leggenda. Si dice infatti che questa reliquia si sia duplicata e che il suo “doppione” sia stato messo sul dorso di un elefante bianco il quale vagò per giorni fino al monte Doi Suthep, dove si fermò e morì, indicando il luogo per la costruzione del tempio. Dopo i 300 gradini per accedere al tempio, ecco i chedi interamente coperti d’oro, antiche campane, colori e un’ampia terrazza da cui ammirare la città.

Tappa 5: Doi Intanon National Park

Abbiamo trascorso un’intera giornata passeggiando tra le foreste di teak, la giungla, splendide cascate e campi di riso, rigenerandosi grazie ai profumi e ai colori della natura. Qui si trova la montagna più alta del Paese(poco meno di 3.000 metri) e forse avrete la vostra unica occasione di indossare una felpa pesante in Thailandia! Sulla cima si trovano due monumenti costruiti dall’aeronatica reale in occasione del sessantesimo compleanno del re (quello marrone) e della regina (lilla). Li circondano dei magnifici giardini fioriti da cui, nelle giornate più limpide, si scorgono le montagne del Myanmar.

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