Voglio essere onesta con voi: prima di vedere in giro la pubblicità della mostra dedicata a Vivian Maier, non avevo la minima idea di chi fosse questa donna. Mi è bastato però fare una veloce ricerca online per innamorarmi di questo personaggio. Già, “personaggio” secondo me è la parola giusta per descrivere questa donna vissuta nell’ombra e diventata famosa solo dopo la sua morte (nel 2009). Sarà un’affermazione banale ma…cavolo, Vivian Maier è la regina della street photography e anche dei selfie!
Per chi come me non la conoscesse vi racconta brevemente la sua vita: Vivian Maier nasce a New York nel 1929 da genitori francesi e austro-ungarici e, dopo aver trascorso diversi anni in Francia, torna negli Stati Uniti nel 1951 dove lavora come tata per anni in diverse famiglia. La macchina fotografica (ha iniziato a scattare con una Rolleiflex) è sempre stata la sua passione “segreta”: nessuno infatti conosceva il suo grande talento e solo nel 2007, quando l’agente immobiliare John Maloof ha acquistato ad un’asta il suo archivio confiscato per mancato pagamento, il mondo si è reso conto di chi fosse questa donna.
Nel 1956 si trasferisce a Chicago per prendersi cura dei 3 figli maschi di una famiglia benestante della città: qui ha disposizione la sua prima camera oscura (allestita nel suo bagno privato) e può cominciare a stampare lei stessa il suo lavoro. Una volta cresciuti i bambini, la Maier si ritrova a spostarsi da una famiglia all’altra e i negativi cominciano ad accumularsi. La sua vita continua tra un piccolo lavoretto e un altro, la sua situazione economica è precaria e così rimarrà fino alla sua morte nell’aprile del 2009.
150.000 negativi e 3.000 stampe archiviate a partire dagli anni Cinquanta che ritraggono New York, Chicago e altre città americane senza dimenticare la gente per strada: eleganti signore impellicciate, bambini che fanno i capricci con i lacrimoni agli occhi, giochi di luci, ombre e riflessi sui muri, ubriachi accasciati agli angoli delle strade…

…e poi c’è lei: con la sua macchina fotografica al collo, si fotografa riflessa nelle vetrine, alla fermata dell’autobus, al parco. Una testimonianza della sua presenza, uno sguardo austero e, secondo me, un po’ triste.

In mostra a Milano, fino al 31 gennaio, sono esposti 120 fotografie in bianco e nero e una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta.
Marvin Heifermann, nell’introduzione al catalogo della mostra edito da Contrasto, scrive: “Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata… Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto col produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi.”
Sono rimasta affascinata dal suo lavoro e dalla sua passione che ha portato avanti nonostante le mille difficioltà, che ha portato avanti solo per se stessa senza chiedere riconoscimenti a nessuno, senza sottoporre il suo lavoro a un critico o a un gallerista. Quasi come se non credesse nella qualità dei risultati raggiunti. Mi spiace parlarvi di questa mostra solo adesso, a pochi giorni dalla chiusura ma vi consiglio di andare a vederla: io sono andata in pausa pranzo, fatelo anche voi! Oppure avete a disposizione ancora un weekend…insomma, organizzatevi e andate a vederla!
ALESSANDRA
Per le foto ringrazio l’ufficio stampa: © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
FINO AL 31 GENNAIO 2016
ORARIO
Tutti i giorni dalle 11 alle 21
Il giovedì dalle 12 alle 23
INGRESSO
Intero: 8 euro
Ridotto: 6 euro
COME RAGGIUNGERLA:
Anche io l’ho scoperta da poco e per caso; volevo vedere la mostra ma non sono riuscita ad andare a Milano (spero ne facciano altre, più vicino a Roma). Mi ha colpita sin da subito, appassionata di street photography è decisamente entrata a far parte degli artisti da cui prendere ispirazione. Così vicina ai soggetti, così realista e così segreta. Grazie per averne parlato!! condivido subito…
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Ciao Ilaria! Vivian Maier possiamo definirla come la scoperta dell’anno allora 🙂
Grazie per la condivisione…a presto!
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