Settimana scorsa abbiamo partecipato alla presentazione del catalogo ragionato dei libri d’artista di Enrico Castellani: questo per noi è un mondo nuovo, ma grazie anche ai due relatori abbiamo seguito con attenzione l’intera presentazione.
L’incontro è stato condotto dal critico e storico dell’arte Sandro Parmiggiani (anche Professore di Storia dell’Arte Contemporanea in Cattolica, la nostra – ormai ex – Università) che ha raccontato con semplicità ma ricchezza di contenuti la storia e il legame tra l’artista e il “testo”. A fianco a Parmiggiani, i divertenti e interessanti racconti di Egidio Fiorin (fondatore e condirettore di Colophon Arte che ha realizzato in collaborazione con l’Archivio Castellani questo catalogo) riguardo ai suoi incontri con Castellani.
Il catalogo presenta 13 libri d’artista che per Castellani, non sono semplicemente dei fogli di carta coperti di inchiostro, ma spesso sono caratterizzati dalla presenza di carte estroflesse (come si vede nella fotografia).
Vi riportiamo alcuni estratti delle presentazioni di Parmiggiani e Fiorin:
Parmiggiani: questo volume parte da delle opere che Castellani fa nel ’60 fino ad arrivare all’esperienza fatta con Egidio Fiorin a partire dal 1993 e che va avanti ancora oggi dopo più di vent’anni. Daniel Spoerri definisce le opere di Castellani “originali moltiplicati”. Il Professor Parmiggiani è rimasto colpito dalla ricchezza della varietà della declinazione che l’artista adotta rimanendo comunque fedele al suo linguaggio e dalla sua capacità di misurarsi con il testo. Se un’artista ha un linguaggio “figurativo” sembra ovvio che ci sia un collegamento diretto tra testo e immagine, mentre un’artista “astratto” compie un percorso parallelo al testo, dove testo e opere si gettano reciprocamente luce mantenendosi sui loro binari, guardandosi a distanza. Nel caso di Castellani invece, pur essendo definito astratto, non è così: qualcosa nel disegno geometrico di Enrico è molto legato al testo.
Fiorin racconta invece il lungo e faticoso percorso di realizzazione delle opere su carta da parte di Castellani: prende due lastre di acciaio, le unisce con lo scotch telato, appoggia due lastre sul panno di gomma, con mazzuolo e punzone realizza tutti i rilievi da un lato (estroflessioni) poi lo rigira dall’altra parte e fa lo stesso (introflessioni). Se “da una botta” troppo evidente, Castellani getta via lì’intero lavoro perché ormai l’equilibrio è stato rotto. Dopo la realizzazione di estroflessioni e introflessioni accoppia le lastre di acciaio tra due tavole di legno che vengono sagomate in modo da combaciare perfettamente e che vengono messe sotto una pressa verticale per alcuni minuti per poi tirare fuori la carta stampata finale.
.
Condividi con noi quello che pensi...