Questo weekend ha aperto al pubblico Retrospective, la mostra dedicata a Robert Capa che, fino al 27 gennaio presso l’Arengario, esporrà le maggiori opere (più alcune chicche) del più grande fotoreporter del XX secolo.

Un centinaio di scatti accompagnano il visitatore in un percorso cronologico alla scoperta degli scatti di Capa, dal 1936 al 1954; si tratta di una mostra itinerante che ha toccato diverse città in tutto il mondo. Cuore dell’esposizione sono i reportage di guerra del fotografo ungherese che si distinguono per il loro sguardo rivolto non solo ai soldati, ma soprattutto ai civili. Ecco quindi una donna che tiene per mano la figlia mentre guarda verso gli aerei militari che passano proprio sopra di loro: noi non vediamo il cielo, ma sentiamo tutta la tensione e la paura di quel momento quando una passeggiata all’aria aperta diventa una corsa verso il rifugio anti-aereo più vicino.
Per la tappa monzese, ci sono due importanti novità. La prima riguarda il lavoro di Capa nel nostro Paese, e in particolare in Sicilia: accanto all’iconico scatto del soldato americano con il contadino siciliano che fa parte della mostra, ecco altre scene della Sicilia degli Anni Quaranta immortalate dal fotografo.

La seconda novità invece è costituita da tre immagini che raccontano la relazione tra Gerda Taro, morta tragicamente durante la guerra civile spagnola, e Robert Capa: sono tre ritratti, il primo del fotografo, il secono della donna e il terzo invece un ritratto di coppia. Fu proprio Gerda ha inventarsi il nickname “Robert Capa” e ha creare la figura del misterioso fotografo, svelando innate doti di marketing che hanno dato il via alla sua fama.
Immancabili le foto dello sbarco in Normandia di cui, dei 12 rullini giunti allo stampatore, solo 11 scatti si salvarono a causa di un errore del tecnico. Scatti che testimoniano una delle giornate chiave della storia moderna nonostante non siano messe a fuoco.
Robert Capa è conosciuto appunto come fotografo di guerra. Non sono in molti quindi ad essere in grado di attribuirgli gli scatti di personaggi del calibro di Picasso e Ingrid Bergman, con cui ebbe anche un relazione.

Il curatore della mostra Denis Curti, durante la presentazione, ha raccontato con passione la storia del fotografo soffermandosi sull’uomo, non sulla tecnica. “E’ stata la storia a renderlo un grande fotografo, non è stata una sua scelta. Gerda e Robert sono testimoni del loro tempo e si assumono la responsabilità di ciò che stanno guardando. La fotografia smette di essere oggettiva, perchè ciò che conta è chi sta dietro alla macchina fotografica.” Un uomo coraggioso quindi , che è stato in grado di prendere posizione e di raccontare con grande umanità le tragedie dei nostri tempi.

Dopo questa mostra, e i consigli di Denis Curti, ho deciso le letture dei prossimi mesi: La ragazza con la Leica, vincitore del Premio Strega 2018, dove protagonista è proprio Gerda Taro, e Leggermente fuori fuoco, autobiografia di Robert Capa.
FINO AL 27 GENNAIO 2019
ORARIO
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00
INGRESSO (comprensivo di audioguida)
Intero: 11 euro
Ridotto: 10 euro
COME RAGGIUNGERLA: Arengario, Piazza Roma – Monza
Grazie! Non me ne’ero accorta. Da non perdere
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😉
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