Ho sempre desiderato essere una collezionista d’arte: di quelle che visitano fiere e gallerie, che fanno ricerca online e offline, con la casa invasa dai cataloghi, che partecipano alle aste, che investono in grandi nomi, che puntano sugli artisti emergenti. Ai tempi dell’università, il professore di Mercati dell’arte (lui stesso collezionista appassionato) ci ha sfidato a creare una nostra collezione “immaginaria”: ci ha dato un budget, ci ha chiesto di identificare un fil rouge e di fare ricerca con l’obiettivo di avere una collezione che, oltre a rispecchiarci, potesse avere un valore in crescita negli anni a venire. Il risultato? Mi sono riscoperta un’amante dell’arte degli Anni Sessanta, con un debole per l’arte cinetica. Ah, e la collezione scelta 10 anni, oggi avrebbe un discreto valore!
Ho quindi accolto con estremo piacere la notizia che Intesa Sanpaolo Private Banking sta promuovendo una collana di pubblicazioni dedicate al mercato dell’arte (edita da Gallerie d’Italia | Skira) e che il primo volume sarà dedicato proprio ai collezionisti privati.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, afferma:“Il sostegno del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo alla crescita di un settore strategico per il nostro Paese si concretizza, ancor più in questo momento, anche individuando temi di ricerca originali, realizzando indagini capaci di accrescere la conoscenza del mercato dell’arte e del collezionismo italiano, e condividendo le informazioni ottenute. Questo studio rientra in una logica di approfondimento e valorizzazione del patrimonio artistico appartenente alla Banca, al quale abbiamo dedicato il polo museale delle Gallerie d’Italia, e che tra l’altro è oggetto di un importante progetto di rideterminazione e monitoraggio del fair value, intrapreso con lungimiranza dal nostro Gruppo sin dal 2017.”
Nello specifico, proprio ieri, è stata presentata la ricerca Collezionisti e valore dell’arte in Italia: il mercato dell’arte infatti, da oltre un decennio, viene considerato un settore economico consolidato e in crescita. Prima i collectables venivano percepiti come un bene rifugio, mentre ora sono sempre più considerati alla stregua di uno strumento finanziario o un investimento.
Ma qual è il profilo dei collezionisti italiani oggi? Secondo l’analisi, si tratta principalmente di uomini (75%) con un’età media intorno ai 60 anni e residenti nelle regioni più ricche del Paese. E cosa li spinge a scegliere le loro opere? Al primo posto c’è sicuramente un fattore emotivo (98%), al quale però va unito anche l’aspetto economico dell’acquisto (30%) così come la rivalutazione dell’opera, la conservazione del capitale e la liquidità dell’opera.

Tommaso Corcos, Amministratore Delegato Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, dichiara: “Per i nostri clienti il mondo dell’arte rappresenta un settore di notevole interesse, verso il quale proponiamo una consulenza dedicata, che arricchisce i numerosi servizi già previsti per la clientela private. I private banker riconoscono sempre di più l’importanza di mettere a disposizione dei propri clienti servizi e strumenti dedicati ai beni artistici, che contribuiscono a diversificare il loro patrimonio, con il supporto di professionisti preparati, di esperti indipendenti e con una approfondita conoscenza del mercato di riferimento.”
Le banche hanno sempre suggerito l’investimento nell’arte come uno dei più solidi
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Le banche si: hanno puntato molto su questo e ora ci sono delle vero e proprie divisioni dedicate, che coinvolgono diversi professionisti. Credo però che negli anni sia cambiata molto la percezione dell’arte da parte di chi investe
Sei d’accordo?
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