San Frediano @Lucca

Dopo il racconto del mio pomeriggio a Pisa, è giunto il momento di parlarvi di Lucca. Come anticipato QUI, Lucca è definita “la città delle 100 chiese” proprio per il grande numero di edifici di culto dislocati in tutto il centro storico.

Ho deciso di scrivere diversi articoli su alcune delle chiese cho ho visitato e il primo appuntamento è quello con la chiesa di San Frediano. Passeggiando per via Fillungo, ho girato la testa verso destra e mi sono trovata davanti un’imponente edificio di marmo bianco a contrasto con uno stupendo mosaico bizantino che raffigura l’Ascensione di Cristo.

San Frediano è una delle chiese più antiche della città e le prime tesitmonianze della sua esistenza risalgono al 685 con il nome di basilica Longobardorum. Diventa uno dei centri più importanti per la diffusione della liturgia gregoriana nella seconda metà del XII secolo e, nonostante i diversi interventi, l’aspetto medievale della Basilica è ancora ben visibile.

Una volta entrati si è accolti da tre navate divise da colonne, quasi tutte importate da Roma, ma la vista viene subito catturata dall’affresco cuspidato che raffigura il Martirio dei Santi Vincenzo, Stefano e Lorenzo, una delle più antiche testimonianze dalla pittura medievale. Ai lati si aprono diverse cappelle costruite tra il XIV e XVI secolo.

Grande importanza ha la fonte battesimale del XII secolo, situato subito alla destra del portoone d’ingresso. I rilievi rappresentano le storie di Mosè, gli Apostoli e i Mesi. In realtà la fonte battesimale originale è andata distrutta nel XIX secolo e venne ricostruita a metà del secolo scorso basandosi su disegni esistenti.

In una cappella lì vicino è esposta la tomba di Santa Zita, dove si può vedere il corpo mummificato. La leggenda narra che Zita avesse origini nobili ma che, pur di dare da mangiare ai poveri della sua città (Lucca appunto), si fosse trasformata in una ladra.

ORARIO DI VISITA
Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
Festivi: dalle 10.30 alle 17.00

COME RAGGIUNGERLA: